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  • La Roma torna a vincere con tecnica e centimetri: Mou usa la testa per inseguire la Champions

    La Roma torna a vincere con tecnica e centimetri: Mou usa la testa per inseguire la Champions

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Dai disastri del mercato (caso-Zaniolo) e da quelli della Coppa Italia
    (eliminazione in casa per mano della Cremonese, ultima squadra della Serie
    A), la Roma è riuscita a riprendersi con la vittoria sull’Empoli. La
    squadra di Mourinho ha agganciato l’Inter a quota 40, scavalcando Lazio e
    Milan, che giocheranno domani. E’ in piena corsa per la Champions
    nonostante la nota discontinuità.
    Ha ritrovato Abraham e questo è il punto
    più importante a suo favore.

    QUALITA’ E STATURA - Nel calcio di ieri si vinceva solo con la qualità. Nel
    calcio di oggi si vince con la qualità e con i centimetri. La Roma è la
    squadra che sa sfruttare meglio di tutte le altre la sua statura e contro
    l’Empoli lo ha fatto subito, senza perdere tempo.
    Due gol con i primi due
    calci d’angolo nei primi 6 minuti. La differenza era davvero eccessiva. I
    10 giocatori di movimento della Roma raggiungevano, tutti insieme, i 18
    metri e 56 centimetri, quelli dell’Empoli appena 18 metri e 15. Quasi
    mezzo metro di differenza. Nell’Empoli solo Luperto tocca il metro e 90,
    nella Roma sono quattro quelli dai 190 centimetri in su, Mancini,
    Smalling, Matic e Abraham.
    Non solo: la differenza aumentava in area
    toscana perché a battere gli angoli decisivi andava Dybala, il più piccolo
    dei giallorossi escluso Zalewski. Appunto, la qualità balistica di Dybala
    capace di saltare sempre il primo muro (muretto...) empolese e i
    centimetri di Ibanez e di Abraham: al 6', l’Empoli era al tappeto. Su
    tutti gli angoli e su tutti i cross da punizione laterale c’era sempre la
    testa di un romanista, spesso quella di Abraham. Con le ultime due reti
    salgono a 16 i gol segnati dai giallorossi in tutte le competizioni su
    sviluppi di calci da fermo. E’ una cifra notevolissima e acquista ancora
    più valore se si considerano anche gli angoli a favore dell’Empoli:
    Smalling e compagni non hanno concesso una sola possibilità ai toscani
    quando la palla era in aria.

    L’ALTRA DIFFERENZA - E’ apparsa inevitabilmente diversa anche la dimensione tecnica delle due squadre. L’Empoli è andato in tilt mentre la Roma dominava. La squadra di Zanetti sta vivendo un momento tranquillo in
    campionato, quella di Mourinho aveva invece la necessità di riscattare le
    ultime due sconfitte, soprattutto quella in Coppa Italia nel suo stadio
    contro la Cremonese. Era più motivata, più presente a se stessa di quanto
    lo fosse l’Empoli.
    Che solo nel finale del primo tempo si è avvicinata al
    gol con Caputo (murato da Mancini) ed Ebuhei, grazie alla crescita del
    giovane Baldanzi. Se nel secondo tempo l’Empoli è riuscito comunque a
    restare agganciato alla partita, senza mai uscirne del tutto, il merito va
    soprattutto a quel fenomeno di Vicario che dopo 2 minuti ha piazzato tre
    parate una dietro l’altra, le ultime due capolavoro, in una manciata di
    secondi, la prima con le mani su tiro di Dybala, la seconda
    strepitosa sempre con le mani su conclusione di Mancini, la terza con la
    pianta del piede, mentre era in caduta, sulla ribattuta di testa di
    Abraham. In quei 45', la Roma ha pensato soprattutto a gestire, l’Empoli
    ha palleggiato a lungo nella metà campo giallorossa ma senza essere mai
    troppo pericoloso, nonostante la massiccia presenza di attaccanti e
    trequartisti: Pjaca, Baldanzi, Cambiaghi e Piccoli, tutti insieme nel
    finale.

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