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  • La Sampdoria si gode Kownacki, il suo primo allenatore lo racconta: 'Ecco chi è Dawid'

    La Sampdoria si gode Kownacki, il suo primo allenatore lo racconta: 'Ecco chi è Dawid'

    • Lorenzo Montaldo
    C'è un nuovo polacco in città a Genova. E' nato nel 1997, gioca centravanti e tutte le volte che scende in campo, stupisce i tifosi della Sampdoria. La doppietta in Coppa Italia al Pescara ha regalato la ribalta a Dawid Kownacki, che in blucerchiato ha giocato soltanto sei gare, per un totale complessivo di 180 minuti, segnando però ben 5 reti.

    Il polacco polsatsport.pl ha intervistato il suo primo allenatore nelle giovanili del Lech Poznan, Wojciech Tomaszewski, per farsi raccontare chi è davvero Kownacki: "E’ un ragazzo molto ambizioso, si dà da fare ed è già consapevole di chi vuole essere in futuro. Fin dai primi anni ha dedicato tutto se stesso agli allenamenti, e aveva da fare un bel po’ di chilometri da Swarzedz a Poznan: ha dimostrato sempre grande determinazione nel voler diventare un calciatore professionista. Le altre cose vengono di conseguenza, ma l’allenamento dev’essere una costante" ha detto Tomaszewski, come riporta Sampnews24.com.

    In tanti si sono chiesti se sia già pronto per la Nazionale maggiore, lui che dell'Under 21 è pure capitano: "Domanda difficile. Dawid era un giocatore che a volte aveva bisogno di adattarsi, quando entrava in contatto con nuovi ambienti" spiega l'ex allenatore. "Non è stato facile per lui passare alla prima squadra del Lech Poznan, le sue ambizioni erano così alte che a volte lo soffocavano. Ci ha messo un po’ ad abituarsi. La stessa situazione si ripete adesso, da quando è passato alla Sampdoria non è più il protagonista. Ci mette tempo per iniziare a lavorare bene, quindi la domanda è: ha davvero bisogno di un altro salto e di essere promosso in Nazionale maggiore? In ogni caso, se Nawalka (il ct della Polonia, ndr) vorrà puntare su qualche giovane ai prossimi Mondiali, non potrà non pensare a lui".

    Qualcuno ha detto pure che Kownacki sia egoista. Un'accusa che Tomaszewski rispedisce al mittente: "Certo che no, lavorava sempre per la squadra, ma devo ammettere che a volte si arrabbiava perché gli altri non giocano come lui avrebbe voluto. Pensava che tutti dovessero giocare come lui, questo perché è ambizioso e vuole sempre evolversi, non rimando fermo allo stesso punto. Ha alzato l’asticella per sé e per i suoi coetanei, perciò qualche volta non gli era chiaro che non potesse funzionare sempre alla sua maniera. Questo comportamento è dettato dall’ambizione: Dawid era meglio di quasi tutti i suoi avversari e molte volte era impaziente. Gli spiegavo che avrebbe dovuto lavorare per il gruppo, e allora il gruppo avrebbe lavorato per lui. Credo che si trattasse di desiderio di crescere in fretta e bruciare le tappe perché molte cose gli riuscivano più facili dei suoi coetanei".

    Impossibile scordare l'esordio da giovanissimo con il Lech: "Era settembre 2005, ricordo la sua prima settimana. Si è allenato con noi martedì, e sabato era già in campo per il debutto nel campionato U13. Si trattava di una gara molto difficile, contro un avversario con cui avevamo sempre lottato ogni giornata per la posizione in classifica, ma la sua presenza ci fece indubbiamente vincere. Quel giorno segnò 5 gol e fece 3 assist, mi ricorderò sempre l’allenatore rivale che venne da me e mi chiese 'ma come avete fatto ad avere questo ragazzo?'. Io e Dawid ci sentiamo ancora ogni tanto per telefono, mi è anche venuto a trovare un po’ di tempo fa. Ultimamente, tuttavia, è sempre più difficile per noi incontrarci o chiamarci, dato che siamo molto impegnati entrambi".

    Gli elementi che variano tra l'avventura al Lech e quella alla Samp secondo l'allenatore è molto semplice: "Penso che la differenza sia consistente, più che altro in termini di tattica, su cui in Italia si tende molto a puntare. La presenza dei connazionali? Questo lo ha aiutato ad ambientarsi meglio, anche per la lingua. Gli allenatori in Italia sanno un po’ di inglese, ma richiedono perlopiù l’uso dell’italiano". E dire che la carriera di Kownacki non è stata tutta in discesa. Ci sono stati anche elementi di 'distrazione': "Ha attraversato dei periodi a Poznan in cui non era concentrato solamente sul calcio, ma anche su altro. Da quello che so, gli piaceva andare spesso a vedere i suoi amici che facevano speedway: infatti arriva da Gorzow, che è famosa per le sue piste. Ora è in un ambiente completamente nuovo – conclude -, non ha amicizie particolari e quindi si può concentrare solamente sul lavoro".

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