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  • La sesta direzione della mia carriera, di sicuro sarà la più bella. Seguendo l'esempio di un gigante come Sconcerti
La sesta direzione della mia carriera, di sicuro sarà la più bella. Seguendo l'esempio di un gigante come Sconcerti

La sesta direzione della mia carriera, di sicuro sarà la più bella. Seguendo l'esempio di un gigante come Sconcerti

  • Giancarlo Padovan
La direzione di calciomercato.com è la sesta della mia carriera. Potrebbe essere l’ultima ed è di sicuro la più bella. Perché, se anche dovrò essere io a fornire qualcosa della mia quarantennale esperienza, sono certo che riceverò molto di più in conoscenza, entusiasmo e qualità da parte di una redazione ormai apprezzata in tutta Italia per l’informazione sul calcio.

I ringraziamenti all’editore e a Gianni Visnadi, che mi ha preceduto nell’incarico, non appartengono alla vana ritualità dei congedi e degli ingressi. Entrambi, sia l’editore che il direttore, mi hanno garantito libertà di opinione e di scrittura. Con Gianni, così come con Stefano Agresti, con il quale ero entrato a Calciomercato.com, abbiamo condiviso molti chilometri e intravviste altrettante albe livide dopo notti di lavoro, in Italia come all’estero.

Ma non è più tempo di reducismo, anche perché il mestiere è cambiato, come sono cambiati i lettori, sempre più esigenti e sempre più informati, sempre più smart e senza più nessuna indulgenza. Non ne chiediamo e non ne vogliamo. L’importante è che, pur nel confronto e nel sacrosanto dissenso, ci sia rispetto e che il linguaggio usato sia appropriato. Una battaglia persa? Noi non crediamo, convinti come siamo di raccontarvi il nostro calcio o, se volete, il calcio a modo nostro, con tutta la serietà e le urgenze necessarie.

Ecco un punto: noi andiamo di fretta, facciamo un giornalismo all’impiedi, le verifiche sono più difficili ed è plausibile diventare il bersaglio delle voci più disparate. Ma non siamo sul mercato dell’informazione digitale né per caso, né per benevolenza di alcuno. Tutto quello che è di calciomercato.com è stato conquistato con il lavoro, la ricerca e la serietà pur se a contatto con una materia scivolosa come il calcio e le trattative in particolare.

Se c’è una cosa che le nuove frontiere del giornalismo ci stanno insegnando è che non è possibile fermarsi, né vivere di rendita. O corri e impari. O crepi e scompari. Non c’è scelta, non c’è nemmeno limite. Per fortuna abbiamo avuto tutti dei grandi maestri. L’ultimo ad andarsene, in ordine di tempo, è stato Mario Sconcerti, un gigante che adesso manca tremendamente anche ai suoi avversatori. Mario era una colonna portante del giornalismo sportivo e uno splendido interprete dei sentimenti all’interno di questo giornale. Tra molte idee (sua quella di 100° minuto) c’era anche il Cappuccino con il quale aprire la giornata. Ne ha scritti migliaia, uno ogni giorno, un segno per interpretare il tempo che passa e quello che lascia.

Mario era troppo bravo per stargli dietro. Tuttavia non va nemmeno lasciato perdere. Così ogni giorno, al posto del suo cremoso Cappuccino, ci sarà la Sveglia. La scriverò io e già so che non saprò nemmeno lontanamente avvicinare la sua prosa e le sue sapide intuizioni. Ma volevo provare a dare una direzione, sicuramente non la più giusta, ma certamente quella nostra. Lasciandovi, come sempre la libertà di scegliere. L’appartenenza, ove mai ci sia, non sarà certo schiavitù.

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