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  • La solitudine del tuttofare Allegri merita rispetto. Il disastro Juve è colpa di Agnelli, Paratici e Cherubini

    La solitudine del tuttofare Allegri merita rispetto. Il disastro Juve è colpa di Agnelli, Paratici e Cherubini

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Nonostante le molte vittorie in carriera non considero Massimiliano Allegri un grandissimo allenatore. E’ un ottimo tattico e un buon gestore di uomini. Tuttavia la solitudine di questi mesi e la capacità di tenere a galla una squadra che stava affondando insieme alla dirigenza, lo ha rivalutato ai miei occhi. Intanto perché più che al centro del progetto è stato messo al centro del diluvio. In secondo luogo, perché la nuova governance gli ha conferito solo formali attestazioni di potere, ma mai consistente sostegno.

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    Intendiamoci, la nuova dirigenza ha affrontato e dovrà ancora affrontare una serie di problemi che vanno dalla salvaguardia della categoria (la serie B, secondo me, non è ancora scongiurata anche se la sentenza di ieri qualcosa significa) al risanamento del club, dalla riscrittura dei bilanci al reperimento di nuove risorse, ma che Allegri in questi mesi abbia dovuto essere allenatore, presidente, direttore sportivo e comunicatore questo è un fatto chiarissimo a tutti. Sul piano nervoso ne ha risentito e, a mio giudizio, così si spiegano anche alcune manifestazioni sul campo o negli spogliatoi decisamente fuori registro.

    Eppure chi ha combinato questo disastro non è Allegri e non lo sono neppure i calciatori, per quanto mediocri essi siano. La colpa è di un ex presidente arrogante e spregiudicato e di un paio di direttori sportivi, Paratici in primis e Cherubini in secundis, pesantemente squalificati e, forse, troppo tardivamente destituiti (Cherubini, in verità, inspiegabilmente è ancora in attività). Allegri ha raccolto i cocci e, da abbandonato più che da solo, li ha rimessi insieme. Non è un genio, ma un uomo onesto che merita più rispetto di quanto finora abbia ricevuto.

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