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  • La storia del Milan merita rispetto

    La storia del Milan merita rispetto

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi

    Qui non scoprirete come andrà a finire. Oggi servirebbero capacità divinatorie per sapere se il Milan e i suoi dirigenti hanno violato le norme e se quindi saranno puniti. Chi sbaglia paga e i cocci sono suoi. Nel caso, non sarebbe la prima volta, ma sempre il Milan si è rialzato ed è ripartito, tornando in alto. Ma se proprio dovessimo sbilanciarci, la storia insegna che quelli del fondo Elliott sono molto smaliziati e sarebbe sorprendente se per strada avessero disperso elementi di illegalità.

    Qui troverete una lettura dei fatti scevra dalle veline che galleggiano ovunque. Il comunicato in cui il Milan si dice terzo a un’operazione fatta dai suoi amministratori delegati se non è supercazzola fa sorridere. Ma le veline sono peggio, più scivolose, fanno tanto Istituto Luce.

    Non da oggi l’operazione Elliott-RedBird suscita in noi molte perplessità, eppure c’è chi continua a dire che sia una normale operazione finanziaria. La Procura di Milano pare avere un’altra idea o per lo meno l’intenzione di capirci un po’ di più. Altri, invece, scoprono finalmente che il prezzo della cessione non è congruo, così all’improvviso. Un anno e mezzo fa, nulla. Era tutto un chi è Gerry, viva Gerry, dalla foto fuffa in piazza Duomo, che quella di Kate Middleton pare di Newton, adesso si fa riferimento a parametri gonfiati. Meglio tardi che mai.


    Poi ci sono quelli che sostengono la tesi di Elliott, che dice di avere un solo uomo nel CdA del Milan, quando stando gli accordi gliene spetterebbero due. Già perché chi era con Elliott e dopo la cessione ha cambiato “maglia” (l’ad Furlani o il consigliere Cocirio) non conta più, pensa un po’. Per non dire del presidente Scaroni, già nel board ai tempi di Yonghong Li.

    Un anno e mezzo di interviste senza domande, per raccontarsi il Berlusconi 2.0, l’innovatore, Gerry di qui e Gerry di là, per poi scoprire – l’ha fatto la Procura – che Cardinale ha dato all’autorità di controllo statunitense notizie diverse da quelle reali sulla provenienza dei fondi utilizzati per finalizzare l’operazione (al momento meglio definirla così che non vendita).

    Un anno e mezzo fa potevamo avere delle perplessità, la più grande: comprare un bene facendosi prestare la metà dei soldi da chi lo vende, scriverne e parlarne. Poteva finire lì e invece nel frattempo sono arrivate le denunce, dei soci di minoranza tagliati fuori dall’affare, è partita l’indagine, vedremo dove arriverà. Di certo c’è che oggi il Milan è sulle prime pagine di tutto il mondo, non per la partita con lo Slavia Praga, ci mancherebbe. Un gran bel danno di immagine e l’ennesimo schiaffo alla storia di questa gestione americana, piaccia o non piaccia ma è così.

    Curioso scoprire che secondo la Procura, il fondo Elliott conserverebbe il controllo del Milan anche nel momento in cui accadesse quel che il quotidiano Repubblica (Enrico Currò) sostiene da mesi, e cioè che gli arabi stanno per dare a Cardinale i soldi per pagare il suo debito. E a questo proposito è incredibile dove arrivi la fantasia dei social: la bomba scoppia perché qualcuno non vuole che gli arabi entrino nel Milan, che sennò diventerebbe troppo forte. Non serve nemmeno commentarla, una simile versione.

    Oggi è infine anche un po’ più chiaro perché nell’estate 2022 non sono arrivati Sanches e Botman dal Lille. Va bene i milioni del Newcastle, ma la realtà è che il Milan non poteva più chiudere affari col club francese. L’occhio dell’Uefa era attento da tempo al sospetto di multiproprietà. E qui si torna a parlare di sanzioni, ma di nuovo solo un chiromante potrebbe azzardare come andrà a finire.

    @GianniVisnadi


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