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  • La tassa sulla casa impoverisce la stagione

    La tassa sulla casa impoverisce la stagione

    La stangata. Quella di Mario Monti non era ancora in cantiere quando il Brescia stava già facendo i conti con la tassa sulla casa. Un'addizionale che pesa sulla classifica delle rondinelle. Diciannove punti: 11 in casa, 8 fuori. Un divario minimo, che allarga la forbice con la zona tranquillità e ha accorciato sempre più il margine di vantaggio su quella terrore, nella quale ormai i biancoazzurri sono dentro fino al collo.
    Al Rigamonti è un pianto da oltre due mesi: due punti nelle ultime sei partite, tre gol fatti, dodici subiti.
    Gli ultimi gol serviti a qualcosa sono stati i due con il Gubbio del 5 ottobre, utili per acciuffare quantomeno un pareggino in rimonta. Il Brescia non passa in vantaggio nel giardino di casa dal 24 settembre, data che coincide anche con l'ultima vittoria: 2-0 al Cittadella. Dall'inizio della stagione, Zambelli e compagni hanno segnato tra le mura amiche nove gol (in nove partite), solo Gubbio ed Ascoli con 8 gol hanno prodotto meno fatturato.

    La regola del tre si è verificata tre volte nelle recenti cinque partite: Brescia-Pescara 0-3, Brescia-Reggina 0-3, Brescia-Albinoleffe 1-3. Perdere in casa è uno schiaffo, farlo subendo tre gol lascia lividi e blocchi psicologici. Tre. Come i gol segnati al Rigamonti in sei partite, da Brescia-Gubbio a Brescia-Albinoleffe. Con i seriani l'inutile rete di Jonathas, con gli umbri quelle di Scaglia (su punizione) e Salamon (colpo di testa imperioso su cross di El Kaddouri).
    Beppe Scienza non sa più cosa fare per far capire ai suoi giocatori che il Rigamonti non è una casa popolata da streghe e fantasmi, ma può e deve essere un comodo rifugio dove conquistare i punti salvezza. Perché non si è mai vista una squadra che si salva in trasferta.
    «Adesso abbiamo due partite su tre a Mompiano prima di chiudere l'andata. Se vogliamo davvero fare sette punti è chiaro che le due gare da vincere sono quelle con Bari e Crotone. I ragazzi devono stare tranquilli e non vivere ogni partita casalinga come la madre di tutti i match».
    Marco Zambelli abbozza un'analisi, in attesa di una cura: «Giocare in casa ti porta a pensare di dover vincere a tutti i costi. Un atteggiamento che conduce tutta la squadra a voler fare di più, con la paura di sbagliare giocando con un atteggiamento di poca tranquillità». Un circolo vizioso, sinonimo di crisi. «Dobbiamo liberarci di questo peso» chiosa Scienza. Sì, perché è un peso. Quintalesco. Che alberga nella testa, si trasferisce nei muscoli e blocca il gioco.
    Sbloccarsi con il Bari è una necessità, ma i pugliesi non sono l'avversario ideale. In trasferta viaggiano a ritmo play off: 13 punti, sesto posto nella speciale classifica. Nemmeno San Nicola è riuscito ad intercedere per togliere la tassa sulla casa.


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