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Lapo, Christillin e Marchisio: lo sport può lottare per un mondo migliore e più giusto

Lapo, Christillin e Marchisio: lo sport può lottare per un mondo migliore e più giusto

  • Marco Bernardini
    Marco Bernardini
E’ di notevole conforto prendere atto che lo sport non vive sulla Luna. Sempre più spesso e in numero sempre maggiore i personaggi di un mondo che, erroneamente e anche volutamente si è tentato di considerare “scollato” dalla vita sociale e politica di tutti i giorni, fanno sentire la loro voce per prendere posizione sui temi di attualità più nevralgici e scottanti che affliggono la nostra quotidianità. La reazione della gente comune rispetto a questi interventi insoliti è decisamente controversa. Da coloro i quali, con buon senso civico, applaudono senza riserve a questa discesa in campo a quelli che, asserragliati dentro il bunker della loro grettezza intellettuale, protestano invitando sguaiatamente i protagonisti del dibattito a non invadere terreni estranei alle loro competenze professionali e alle loro immagini stereotipate di “figurine” aliene alle vicende dell’umanità.

Come se appartenere ad una certa “casta” significasse ignorare ciò che, di bello o di brutto, accade intorno. Una tendenza arcaica che, fortunatamente, sta mutando a beneficio del progresso culturale ed etico. Nel breve spazio di ventiquattro ore, tre personaggi in qualche modo legati anche allo sport sono intervenuti per lanciare messaggi precisi e netti rispetto a tematiche importanti che non possono lasciare indifferenti. La prima voce che si è fatta sentire è stata quella di Lapo Elkann il quale, con grande coraggio e determinazione, ha voluto affrontare la questione dell’immigrazione ponendosi di traverso alle teorie autoritarie e classiste dell’ex ministro della propaganda Matteo Salvini. “E’ vergognoso che nessun rappresentante delle istituzioni abbia partecipato ai funerali delle povere vittime del naufragio a Lampedusa. La definizione di immigrati mi fa letteralmente orrore. Io preferisco chiamarli “nuovi italiani” che cercano di ritrovare un minimo di pace e di giustizia fuggendo dagli orrori delle guerre, degli stermini e delle persecuzioni”. Il nipote di Gianni Agnelli, evidentemente, fa ricordato gli insegnamenti ricevuti e ben assimilati quando era ragazzino dal suo giovane e sfortunato zio Edoardo del quali, fino a poco tempo fa, portava al polso un braccialetto. La parte gentile e umanamente apprezzabile della Dinastia.

Anche Evelina Christillin è stata per così dire allevata ala corte degli Agnelli. Fedelissima dell’Avvocato ma soprattutto grande amica di Margherita, la figlia del presidente della Fiat e madre di Lapo, John e Ginevra, con la quale ha condiviso numerose battaglie sociali come la fondazione di una banca solidale e la trasformazione di “Villa Sole” a Torino dove viveva Edoardo, in un istituto per ragazze madri. Una inclinazione umanitaria che ha spinto  Donna Evelina, ieri sera ospite di Lilli Gruber, a intervenire anche come membro della Fifa sulla nuova tragedia che sta vivendo il popolo curdo perseguitato e “migrante” senza una terra tutta sua da tempi immemorabili. “Il mondo intero e l’Europa in particolare non può fare altro che condannare le azioni del presidente turco Erdogan che, insieme con Assad, giudico un terrorista pericolosissimo. Il calcio internazionale, nel suo piccolo, ha già preso una posizione chiara negando alla Turchia il permesso di organizzare i prossimi Europei”. La speranza è che adesso anche l’Uefa prenda misure restrittive nei confronti delle squadre di club impegnate in competizioni europee.

Ancora da un simbolo della Juventus contemporanea, seppure dell’altroieri, arriva un esempio di campione pensante e con i piedi ben saldi sulla Terra. Claudio Marchisio, il principino, a corredo sul suo discorso pubblico per il congedo dal calcio giocato non ha esitato a esprimere la propria opinione su temi che esulano dalla sua competenza professionale ma non da quella legata al suo essere uomo e cittadino del mondo. “Io ai miei figli non ho mai voluto soltanto parlare di pallone e di tutte le finzioni che farciscono questo mondo apparentemente dorato e staccato dalla realtà. Temi come la solidarietà umana, il rifiuto delle differenze di colore della pelle o di genere, l’ingiustizia sociale e le guerre per biechi interessi economici devono essere i primi della nostra lista personale. Lo sport e il calcio non sono fenomeni chiusi in una bolla e i loro protagonisti hanno il dovere di esercitare un ruolo di esempio positivo per tutti gli appassionati. Specialmente per i bambini che saranno gli uomini di domani”. Insomma, benvenuti sul nostro pianeta a lottare per un mondo migliore e più giusto.

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