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  • Lazio, a fine mese il progetto per il Flaminio: il piano di Lotito

    Lazio, a fine mese il progetto per il Flaminio: il piano di Lotito

    • Tommaso Fefè
    Il pressing del comune ha dato i suoi frutti: entro novembre Lotito presenterà un progetto per il Flaminio. L'obiettivo è quello di farlo diventare la nuova casa della Lazio. Dopo le recenti manifestazioni di interesse da parte del club e vari sopralluoghi, tutto sembrava essersi arenato ancora una volta. "Oggi il Flaminio è diventato il simbolo dell’immobilismo della città - aveva dichiarato dieci giorni fa l'assessore allo Sport di Roma Capitale, Alessandro Onorato - I documenti sono nelle mani del presidente Lotito, il Comune può esprimersi sulla fattibilità del progetto, se ce n’è uno, ma ad oggi non c’è. Possiamo aspettare al massimo entro la fine dell’anno, poi a quel punto esploreremo anche altre progettualità". L'ultimatum ha dato gli effetti sperati.

    IL PIANO - L'idea di dare alla Lazio uno stadio di proprietà è nei piani del presidente sin dal primo giorno dell'inizio della sua gestione. L'intenzione, più volte ribadita pubblicamente, è quella di realizzare una struttura moderna, polifunzionale, in grado di attrarre i tifosi non solo nei giorni delle partite, ma anche nel resto della settimana. L'impianto di Viale Tiziano, pur più volte proposto alle Aquile in passato, non era tuttavia mai stato preso in considerazione, per le troppe criticità che si sarebbero presentate attorno alle opere da effettuare per ristrutturarlo e ammodernarlo. Evidentemente qualcosa è cambiato nell'ultimo anno. La copertura, l'ampliamento del numero dei posti a sedere, il parcheggio, insieme ad interventi strutturali indispensabili su quello che attualmente è un edificio fatiscente, rimangono conditio sine qua non per far si che la Lazio possa prendersi in carico l'onere di dare nuova vita al Flaminio. Bisognerà allora attendere la fine del mese per scoprire quale sarà la proposta del club di Lotito per superare gli ostacoli.

    CRITICITA' - Sull'impianto sportivo che più di tutti a Roma si è trasformato negli anni gravano infatti numerosi vincoli. Intanto, in tempi recenti, al di sotto delle fondamenta, sono stati rinvenuti i resti di un'antica necropoli romana. Il che pone già degli ostacoli di natura archeologica. Ma è principalmente un'altra la questione da affrontare per veder validato il progetto di ristrutturazione. In quell'area esisteva già dai primi del '900 il campo della Rondinella (primo storico terreno di gioco proprio della Lazio, ndr). In epoca fascista venne poi edificato su quello stesso terreno lo Stadio del PNF, tramutato dal 1958 nell'attuale Stadio Flaminio, dopo un completo rifacimento progettato dell'architetto Antonio Nervi. Sul rispetto di questa peculiare storicità vigilano oggi proprio gli eredi della famiglia Nervi, attraverso la loro fondazione no-profit a tutela del patrimonio architettonico lasciato in eredità dal loro avo. Dal 2008 tale organizzazione detiene la proprietà intellettuale e i diritti morali sull'opera. Spetta quindi ad essa una parola decisiva su qualunque intervento si voglia compiere. Circa due settimane fa la Segretaria generale della Pierluigi Nervi Project Foundation, Elisabetta Margiotta Nervi, si era espressa in questi termini, riguardo l'assenza di una proposta concreta da parte di Lotito:

    Passano i giorni e non succede nulla, anzi, l’impianto si degrada sempre di più. Siamo delusi, abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere. Non capisco la strategia del Presidente della Lazio. Non è l’amministrazione comunale che deve proporre qualcosa. Il Comune valida, approva o respinge un progetto che riceve. La giunta non può dare assicurazioni senza vedere un progetto concreto.

    Tempo qualche settimana dunque e tutto sarà svelato. Si capirà così se per il Flaminio potrà esserci davvero un nuovo futuro, a tinte biancocelesti, oppure no.


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