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  • Lazio, ok solo Bizzarri:| La peggior partita dell'anno

    Lazio, ok solo Bizzarri:| La peggior partita dell'anno

    • M.A.

    L'anno solare finisce tra i fischi per una delusione fuori programma, che brucia parecchio e apre qualche interrogativo in chiave mercato. Se il pareggio contro l'Udinese rappresentava un risultato positivo, quello contro il Chievo ridimensiona la forza e le ambizioni di una formazione stanca, senza idee, mandata in confusione dallo zibaldone tattico di Reja che, con troppo facilità, cambia e ridisegna moduli. La Lazio, salvata da Bizzarri, conferma gli stenti nelle partite all'Olimpico ma, in questa occasione, mostra limiti mai visti in fase di costruzione. Due punti in due partite in casa penalizzano la classifica: la vetta dista quattro punti, il terzo posto due, ma adesso l'Inter si è avvicinata a meno quattro dai biancocelesti.

    Il tecnico friulano torna all'antico assetto tattico, ma la squadra non risponde alle sollecitazioni e soffre maledettamente l'aggressività di un Chievo che Di Carlo schiera in maniera impeccabile. Bradley a mordere le caviglie a Hernanes, su ogni zona del campo, tanta corsa, pressing alto e capacità di attaccare gli spazi senza soluzione di continuità. Quando i veneti avanzano, sono almeno quattro-cinque gli elementi che vanno ad alimentare l'azione, a supporto del portatore di palla che, quasi sempre, ha una doppia soluzione di gioco. La Lazio, invece, è ferma sulle gambe, aspetta senza aggredire, facilitando la manovra degli avversari che impervesano e mai si accontentano di gestire il pallone.

    La Lazio è spenta, non riesce a proporre gioco offensivo, soffre tremendamente la velocità dei veneti e non basta la caparbietà di Ledesma, Lulic e Cana per arginare il dominio degli ospiti che, a centrocampo, dispongono costamente dell'uomo in più. Klose arretra troppo spesso a giocare palla e non indovina un dribbling, Cisse sembra un bandolero stanco che parte da destra, poi si sposta a sinistra con costrutto assolutamente scarno, Konko regala cinque palloni consecutivi, Hernanes è accerchiato e spento. Tra l'incredulità generale, nel primo tempo, il Chievo è travolgente e produce almeno cinque palle gol nitide, con la Lazio che deve ringraziare Bizzarri e la fortuna se va al riposo sullo zero a zero.

    La peggiore esibizione stagionale, troppo brutta per essere vera, con troppi giocatori spenti, spaesati, fuori dalla partita. Bizzarri è salvato da Radu e dalla traversa, su tiro di Cesar, poi il portiere annulla una grande chance a Paloschi, quindi Dias rimedia su Pellissier, ancora Bizzari a volare su conclusione di Sardo. La fragilità della difesa biancoceleste appare disarmante al 35' quando Luciano, su azione di contropiede, salta come birilli Dias e Radu prima di trovare la miracolosa deviazione di Bizzarri. Ancora lui protagonista, impagabile nel tenere in piedi la traballante e frolla formazione di Reja. Il Chievo recrimina sugli errori sotto porta ma rimedia un figurone perché, in alcuni tratti, la partita è tutta nelle mani dei gialloblù.

    Nell'intervallo Reja lascia negli spogliatoi Hernanes per Gonzalez e cambia nuovamente modulo, passando al 4-4-2. Però, nonostante l'incessante spinta della Nord, la squadra non reagisce, non si scrolla di dosso l'abulia della prima frazione. C'è un pizzico di volontà e movimento in più ma la fase offensiva è nulla mentre il Chievo continua lo scialo davanti all'insuperabile baluardo Bizzarri, bravo ancora su Pellissier e Thereau. Tra il portiere argentino e gli avversari è un duello spettacolare, la nota più interessante della serata. Reja richiama il calligrafico Cisse inserendo Rocchi ma il primo tiro arriva solo al 25', con Klose (su passaggio di Lulic) che non inquadra la porta.

    La Lazio ha un sussulto intorno alla mezzora grazie all'intraprendenza di Lulic che conclude due volte di seguito in maniera pericolosa. Finalmente la squadra esce dal torpore fisiologico e, nell'ultimo quarto d'ora, propone qualcosa di concreto in attacco. Ci mette orgoglio e un pizzico di determinazione in più per costringere il Chievo nella propria metà campo a difesa del risultato. Nel finale Reja cala anche la carta Kozak, allargando sulle fasce sia Rocchi, che Klose tentando di forzare il destino della sfida, senza esito. Ma il pareggio è oro che luccica.

    (Il Messaggero)

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