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  • Lazio:| La metamorfosi di Konko

    Lazio:| La metamorfosi di Konko

    • M.A.

    Sono i muscoli o gli infortuni a creare i paragoni. Due su tutti, uno l'opposto dell'altro: il cristallo e l'acciaio. C'è chi passa più tempo in infermeria che in campo, e c'è chi non si è mai rotto un'unghia in tutta la carriera. L'eccezione sta nel passare dal cristallo all'acciaio, diventando una risorsa imprescindibile. Avete presente Abdoulay Konko? Parlando di giocatori fragili della Lazio, il primo nome che veniva in mente era il suo. Prima la coscia, poi il polpaccio: avevano storto la bocca in molti, a vederlo più fermo che di corsa. Poi, la metamorfosi, un lavoro atletico personalizzato, mirato a evitare problemi muscolari (novità introdotta dal preparatore atletico Rongoni e particolarmente apprezzata dalla squadra) e un nuovo Konko: fresco, senza più problemi, pure decisivo con un gol al Cagliari e un assist per Floccari sabato. Sempre presente, o quasi: due pit stop contro Palermo e Juventus (all'andata), altrimenti titolare da terzino nella difesa a quattro o esterno nei cinque di centrocampo.

    Strana la parabola degli esterni: un anno fa, la Lazio era pazza di Lulic, passato da semisconosciuto a diventare una delle armi in più di Reja. Quest'anno il bosniaco è irriconoscibile, con la Lazio che ha invece scoperto la continuità di Konko. E il francese non è l'unico difensore ad aver trovato l'elisir di lunga vita, facendo un bel favore a Petkovic, visto che da giovedì gli impegni si raddoppieranno. Non è che quella della Lazio sia una difesa di ragazzini (l'età media di Konko, Biava, Dias e Radu è di 30.25 anni), ma a differenza di tanti coetanei malandati, a Formello le cose vanno più che bene. Prendete Radu: fino a novembre un mistero, poi un highlander. Dal derby in poi non è praticamente più uscito, ed è pure andato due volte a segno (a Maribor e in Coppa Italia col Catania), cosa mai successa prima.

    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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