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  • Lazio:| Petkovic sa anche fare il catenaccio

    Lazio:| Petkovic sa anche fare il catenaccio

    • M.A.

    Il punto pesante conquistato sabato scorso nell'anticipo di campionato allo Juventus Stadium coincide con il primo pareggio esterno della stagione. Finora la Lazio non aveva conosciuto vie di mezzo: o alla grande, come a Pescara (3-0) e contro il Chievo (3-1), o malissimo come a Napoli (0-3) e a Catania (0-4). La Juve rappresenta, di fatto, la svolta 'italiana' di Petkovic, quasi una citazione del suo predecessore, Edy Reja. Sullo 0-0 hanno inciso ovviamente le parate di Marchetti, ma anche il cambio di atteggiamento della squadra e del suo tecnico, per la prima volta organizzati per una partita difensiva. Da dominatori a dominati, pure per la contingenza delle assenze di Mauri e Lulic (entrambi squalificati) e perché le esperienze passate hanno indotto il tecnico biancoceleste a scegliere la pratica mettendo da parte la teoria. 'Si poteva fare meglio': dopo la partita Petko ha fatto riferimento alle ripartenze che la Lazio non è mai riuscita ad innescare con efficacia contro la Juve. Unitamente alla prova di Hernanes, non adatto a fare il vice-Mauri, il contropiede è anche l'unica cosa che non è andata, mentre nervi e gambe hanno tenuto alla perfezione a fronte delle mansioni tattiche.

    Petkovic ha bloccato la Juve sulle fasce sacrificando la spinta di Candreva, ha tamponato al centro con Brocchi e Gonzalez seccando le fonti del gioco avversario, ha sfruttato il ritorno di Radu e le caratteristiche del subentrato Ciani per tirare su un muro davanti a Marchetti. E poi il portiere ha fatto la differenza. È stata una Lazio monofase, praticamente solo quella difensiva, è venuto fuori un 'catenaccio' vecchia scuola e Petkovic è stato duro e onesto nell'ammetterlo: 'La Juve ci è superiore'. Ma dopo l'euforia per il derby vinto serviva soprattutto non prenderle per allungare il momento positivo e certificare l'uscita dalla crisi. E così è stato. Era dalla trasferta di Pescara che la Lazio non riusciva a concludere una partita senza subire gol. C'è riuscita contro il miglior attacco del campionato, non male.

    Merito certamente di Marchetti, da tempo una sicurezza per Petkovic così come lo è stata per Reja, e di una buona prova difensiva nel complesso di squadra e nello specifico del reparto nonostante il cambio in corsa tra Dias e Ciani. Un'arma in più da utilizzare in futuro, mentre nel trittico casalingo contro Tottenham, Udinese e Parma, la Lazio dovrà tornare per forza 'dominatrice'. In Italia è meglio così, ad un certo punto scatta il momento del compromesso. Petkovic ha sempre detto di voler andare ovunque ad imporre il suo gioco e di scegliere sempre la strategia d'attacco come primo accorgimento difensivo. Ma la lezione ricevuta a Catania è stata recepita, qua l'integralismo tattico paga difficilmente, e l'esperienza di Zeman alla Roma non è passata inosservata. Prima i punti, che garantiscono una migliore qualità della vita, poi l'estetica. È un altro 'Petko'.

    (Corriere della Sera - Edizione Roma)

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