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  • Laziomania: disperato eroico Stomp

    Laziomania: disperato eroico Stomp

    L'hanno vista, birichina, birichò. Che pensa a delusioni, grandi impresa, ma l'impresa eccezionale, dacci retta Lazio, è essere una squadra normale. Com'è profondo il mare di incertezze del reparto difensivo: contro il Bologna è una citazione continua (di artisti bolognesi noi, di errori già fatti loro in campo). Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile parlare, dei fantasmi di una partita. Vedi cara, tutto quel che posso dire, è che la Lazio cambia un po' ogni giorno, certe volte va in cielo, come nel secondo tempo, come contro la Fiorentina, ma prima o poi ricadrà.

    Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire, se non l'hai capito già. Vedi cara, la punizione dopo un minuto, fa sorgere spontanea la domanda, ma perché sono già là? Vedi cara, un Berisha che la guarda, ed  è già grossa difficoltà. Eppure nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, ma la difesa sì, che si perde. Certi errori sono soltanto segno di qualcosa dentro, che sta urlando per uscire? Ed allora, perché non provare Bisevac? Vedi cara, l'ha spiegato pure Spalletti, queste son le partite per prendersi il rischio di mettere un difensore (e ha fatto male), ma son le giornate, da noi, forse adatte a toglierlo (e avrebbe fatto bene Pioli). Vedi cara certe giocate amare, certe uscite palla al piede, col pallone che poi va agli altri, sono difficili da capire. Non capisci, quando Pioli ride senza muovere il suo viso, quando piange senza un grido, quando invece vorrebbe urlare (a Mauricio e Hoedt).

    Santi che pagano il pranzo alla Lazio non ce n'è: o ci si guadagna ogni metro, o si fan di quelle figuracce a modo nostro, con la Lazio di squadre generose non ce n'è.  Ha cercato, si interroga, Pioli è in una fase di dialogo costante con i fantasmi e i difensori, non c'è conferenza in cui non si faccia, non ci faccia, non faccia alla squadra una domanda più che ontologica, ma noi, chi siamo? Ma noi, dove andiamo? Siamo quelli del primo tempo, siamo quelli incendiari del secondo, siamo Lulic che al minuto 71'(venite pure avanti, signori imbellettati, poeti sgangherati che avete scritto striscioni sul suo infortunio), siamo quelli che non sognano, siamo per dirla alla Dalla poca vita sempre quella, siamo quelli che non perdonano a Firenze, o quelli che si perdono nel centro di Bologna, senza poter dire di essere di Berlino?
     

    Se Pioli avesse previsto tutto questo, per questi 4 soldi, per queste giocate da Mauricio, avrebbe scritto pagine così importanti della nostra mentalità recente? Giovane e ingenuo ha perso la testa, e non diciamo, lo lasciamo a chi ha capito la citazione, quel che gli resterebbe, se non fosse lui, se non fosse così elegante e caparbio. La Lazio canta quando può, come può, vincere o no non passa tra i suoi rischi, ma secondo voi ma chi glielo fa fare, al povero Pioli di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? E allora, per chi ha capito l'altra citazione, cuore in allarme, anche chi vorrebbe andar via: alla fine è la personalità che viene premiata. Dice che era un bel Lulic, che veniva da Mostar: è lui l'ora più dolce, l'hanno aspettato, i tifosi della Lazio come un dono d'amore, sin dal primo giorno del suo infortunio. Chi fa scavetti, personalità, ma anche altre volte, grazie,  quando sembra che tutto abbia un'aria da commedia americana, chi entra e fa rigore e fa assist, chi rientra ed è sempre decisivo, quasi fosse un destino. Testa dura, testa di rapa, i tifosi potrebbero amare la Lazio anche così, perché forse è così da sempre, perché forse è così l'amore.  E allora quello che bisogna fortissimamente sperare, è che qualcuno, alla fine, o contro la Juve, veda la Lazio tornare, tenendola per mano. Dacci retta, Lazio, almeno dai retta a Lucio. L'impresa eccezionale, oggi, è essere normale. 


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