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  • Laziomania: già finita la caccia al germe?

    Laziomania: già finita la caccia al germe?

    • Luca Capriotti
    Sarri rifiuta proprio il termine reazione. La risposta della Lazio arriva da Cremona, contro una Cremonese ben messa in campo. Ed è una risposta perentoria: la figuraccia rimediata in Danimarca diventa reazione e un roboante 4-0 fuori casa. Ottimo, direte voi? Non proprio.

    DIGERIRE - Il problema qui è sempre lo stesso. Si rimedia a qualcosa che è già successo. La vittoria contro la Cremonese è la risposta – corretta e doverosa e non scontata, sia chiaro – alla brutta partita di Europa League. E questo ragionamento non va bene. Pensare che le motivazioni vadano trovate nella possibilità di chetare l’ambiente, di rasserenarlo, o negli schiaffoni danesi che bruciano, fa parte dello stesso problema che stiamo combattendo. Ripeto: i 4 gol contro la Cremonese sono stati bellissimi, utilissimi, e un ottimo biglietto da visita. Ma c’è quel piccolo dettaglio che rispondono comunque all’identikit del problema, il solito. Sarri l’ha chiamato Germe, qualcosa doveva pur inventarsi per rimestare le motivazioni di questo gruppo.

    I GIOCATORI - Ovviamente, la caccia al germe è durata 48 ore circa, giusto il tempo di vedere Luis Alberto di tacco che imbeccava Immobile per il gol di Pedro. Giocatori come lui non potranno mai essere un problema se nel giusto contesto, e con la giusta integrazione nel sistema di gioco e di motivazioni. Il germe è un giocatore? Tutti ne siete sembrati molto convinti, mentre per me è tipo un’atmosfera, un sentore, una roba che un giocatore forse può incrementare ma non determinare. Si tratta di un mix tra motivazioni, decisioni, forza di volontà, mentalità vincente. Questa viene di volta in volta tarlata, tanto da far subire a questa squadra cocenti sconfitte. Per questo Sarri non chiede reazioni, ma continuità.

    I BIG - I big dovrebbero trainare con lo stesso livello qualitativo messo in campo a Cremona, molto alto. La conduzione palla che ci garantiscono i nostri big, la capacità di andare in porta, la qualità, sono doti che innalzano il livello di gioco della Lazio e la rendono una candidata credibile a posti in alto. Quanto in alto? Quanto disinfestiamo, o quando l’intero gruppo, trainato dai leader, fa uno scatto in avanti? Per me la seconda.

    OBIETTIVO - L’antidoto è questo: la continuità. Il siero anti-germe della Lazio è solo ed esclusivamente la tenuta mentale, una concentrazione modulabile ma sempre alta, una qualità che si può addestrare ma lavorandoci seriamente, individuando i punti deboli, le sequenze sbagliate, i comportamenti scorretti. Lo sapevamo, il ciclo terribile da qui ai Mondiali sarebbe stato una specie di girandola per tutti, rivelando in maniera brutale pregi e difetti. 2 punti di media in campionato, segnali importanti di crescita, serietà. La sveglia danese ci ricorda il peggio di questa squadra: per il meglio possiamo guardare tutto il resto.

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