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  • Laziomania: ha ragione Inzaghi, così la Lazio non va in Champions

    Laziomania: ha ragione Inzaghi, così la Lazio non va in Champions

    • Luca Capriotti
    Chiamatela ambizione. Forse è quella che serve. Chiamatela prudenza, o realismo. Forse è quello che serve. Queste sono le due anime che percorrono la Lazio, la attraversano in lungo e in largo. Sono due diverse filosofie che dividono i tifosi, forse perfino la società. La Lazio può andare in Champions e quindi legittimare la rabbia dei tifosi per le sconfitte contro le big, oppure lottare contro Napoli, Roma, Juventus e Inter è impossibile, e quindi la Lazio deve aspettare tempi migliori?

    Il problema lo ha sollevato, forse senza volerlo, Inzaghi: vuoi per tutelare il suo lavoro, vuoi per proteggere il gruppo, il mister ha spostato l'attenzione sulla costruzione delle altre squadre. Più imponente, più adatta alla Champions. Sono squadre attrezzate per altri obiettivi. E delle due l'una: o la Lazio non ha lo stesso livello di skill delle altre, e quindi il mercato non è riuscito a colmare il gap, oppure sono irraggiungibili, perché foraggiate da abbondanti introiti Champions, e quindi è inutile lottare. Il Leicester capita una volta nella vita: forse la Lazio che lotta all'ultima giornata per la Champions è già un miracolo. E per il resto non c'è storia.

    Il problema che sollevano in radio e se invece, al contrario, si tratti di mancanza di testa, mentalità, convinzione. Che mi sembra l'orientamento societario: si può andare in Champions, bisogna crederci, bisogna elevarsi mentalmente, bisogna crescere a livello di prestazioni e personalità. 

    Io credo che sia un problema di mentalità, che perdere 3 a 0 in casa contro una diretta concorrente è frutto di una partita malefica ma anche di una scarsa propensione a crederci, contro tutto e tutti. Soprattutto dopo il finale di stagione: quella partita maledetta e la rete di Vecino hanno ucciso la lucida follia della banda Inzaghi. 

    Nello stesso tempo devo anche credere un'altra cosa: i miracoli li farà San Gennaro a cadenza regolare, Inzaghi può farli, ma mica sempre. E allora lo sforzo forse doveva essere maggiore, se l'ambizione era davvero forte. La Lazio in Champions può andarci con questa rosa, che a me piace, è profonda il giusto, in certi ruoli ha belle alternative. Ma se davvero voleva andarci, davvero voleva batterle, Napoli, Juventus, Inter, Roma, doveva alzare il tiro, e di molto. I miracoli si fanno, ma mica sempre. O forse il vero miracolo, per la Lazio di Lotito, consiste proprio nell'alzare il tiro. Senza accusare l'allenatore: la mentalità si trasmette, guardate la Juventus, è contagiosa. Non può magicamente irradiarsi solo dal mister. Che ha ragione. Chiamatela ambizione, anzi non chiamatela, fatela, costruitela, non cercate sempre il solito, caro, favoloso miracolo. 

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