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  • Laziomania: Immobile è il solito simbolo di quanto siamo faziosi

    Laziomania: Immobile è il solito simbolo di quanto siamo faziosi

    • Luca Capriotti
    Immaginate di essere un laziale, e leggere tutte le volte la polemica su Immobile. Il problema è negli occhi di chi legge Immobile. Di nuovo, io vi spingo ad entrare nei panni del tifoso laziale. Per poco non siamo andati al referendum per cacciarlo dalla nazionale. Se ci fossero le elezioni nel calcio (stile Cervia, di tanti anni fa), Ciro Immobile, il più grande bomber italiano vivente per distacco, sarebbe fuori dall’azzurro. E tutto questo non si basa su numeri, considerazioni critiche, decenza. Ma pura antipatia, faziosità, un miscuglio di becera anti-lazialità, anti Lotitaggine, una grossa preminenza di tifosi con la sciarpetta tra la stampa e pura incompetenza. 

    I MOSTRI ANTI IMMOBILE - Il sonno della sapienza calcistica genera mostri: la base è ovviamente avere una nozione del calcio del tutto tifosa. Chiaro, nessuno pretende che il tifoso sia un sommellier di questo sport, ma almeno il decoro di non lasciarsi trascinare sempre nel fango della contrapposizione fanatica sarebbe interessante. La polemica su Immobile che lascia la Nazionale, le contrapposizioni vere o presunte con la FIGC, Lotito che comanda, abbiamo assistito al solito teatrino trito e ritrito, la solita manfrina parrocchiale, il solito rosario di insulti. Francamente, sta stufando. Non voglio arrivare a dirlo apertamente, ma a volte spero che Ciro lasci l’azzurro. Purtroppo, a quanto pare, al netto di un fallimento abissale, non l’ha lasciato Roberto Mancini. Dunque ho sperato che Ciro mollasse. Bruttissimo dirlo, ma questa fanghiglia in cui deve dibattersi ogni volta che mette piede a Coverciano è uno scandalo tutto nostrano. 

    IMMOBILE L’ANTI CIOE’ - Non voglio parlare dei colleghi che strillano l’inno vendittiano in tribuna, e poi avvelenano i loro articoletti contro il nostro, ma in generale ci vedo un vizio tutto nostrano: roviniamo quello che è eccellenza per invidia (penis), perché detestiamo chi si distingue in peggio e in meglio, odiamo i poveri perché sono poveri e i ricchi perché sono ricchi, e Immobile perché è Immobile. Non è un tipo da copertina, non è un tipo da Uomini e Donne, non impesta l’aria con scandaletti da giornaletti rosa, e allora non va bene, attacchiamolo, se non ci dà scandalo è di per sé scandalo. Chi scrive non ha simpatia personale per Immobile, ma ne riconosce la grandezza assoluta e la portata incredibile del suo rendimento e dei suoi numeri. L’attaccamento alla Nazionale continua a dimostrarlo Ciro, già presentarsi a Coverciano visto come viene ogni volta dileggiato, trattato, sputtanat* dà l’idea precisa di quanto ci tenga. 

    ATTACCARE CIRO PER – La dietrologia non mi appartiene, ma a volte il pensiero che Immobile rappresenti altro mi è venuto. Non arrivo a dire che c’entri la Lazio, ma forse la figura invadente, immensa, potente di Claudio Lotito c’entra. Sembra che a volte si attacchi Immobile per colpire il suo presidente. La politica sportiva è complessa, le alleanze sono mutevoli ma le inimicizie sono durature. E di inimicizie, il nostro Claudio, ne ha fatte. Anche in alto. Anche in quell’ambiente. E quell’ambiente, in qualche modo, non lo ha mai perdonato per il peccato solamente di essere entrato, senza chiedere permessi e distribuire regalie. Per fortuna, a volte penso che siamo migliori di così, che tutti lo attaccano per ragioni squisitamente tecniche. Voglio sforzarmi di credere questo. Ma una vocina, insistente, mi ripete: Immobile è un simbolo sì, di quanto siamo, anzi siete faziosi.

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