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  • Laziomania: Inzaghi vattene

    Laziomania: Inzaghi vattene

    • Luca Capriotti

    Inzaghi vattene. Inzaghi, ma che aspetti, fai qualcosa, Inzaghi, fai qualcosa. Partiamo dal mea culpa Inzaghi: la scorretta valutazione iniziale che ha fatto scendere in campo Murgia per sostituire Milinkovic è talmente squilibrata che impalla tutto il primo tempo. Ovviamente si prende le sue responsabilità, Inzaghi, a fine partita. Ma oramai la frittata è fatta. 

    Ballardini, all'Olimpico odiato quanto Pandev, e come Pandev capace di nutrirsi dell'astio ricevuto, mette in campo un Genoa ordinato, che fa giocare male. Ma la Lazio ci mette del suo: non verticalizza mai, fa fatica a salire in maniera pulita, fa arrabbiare. Murgia è quel che è: un ragazzo giovane e pimpante, anche elegante. Ma non chiedetegli di fare il Milinkovic, per favore. È quasi una fatica anche solo pensarlo, prevederlo in quel ruolo.

    In una gara così complicata, semplicemente non era adatto. Quella responsabilità immane andava data a Nani o Felipe, che comunque hanno profuso molto impegno nel far sbroccare i tifosi. Felipe Anderson in particolare: ciondolante, ipnotico, una specie di sabbie mobili personali per ogni sogno di rimonta. Si, perché Pandev come sempre fa gol, Felipe come sempre fa arrabbiare, il Genoa come sempre fa perdere. Ma le parole di Immobile lanciano un campanello d'allarme ancora più serio.


    L'attaccante partenopeo parla di calo fisico. E questo è una notizia, importante, che permette di rileggere anche certe prestazioni. Calo fisico giusto anche, viste le gare ravvicinate. Che però attenzione: erano sul calendario anche prima del mercato. Forse si doveva fare qualcosa, anche sul mercato, perché no. O qualcuno se ne è accorto dopo, che si gioca ogni 3 giorni?

    Luis Alberto senza Milinkovic diventa un catalizzatore di gioco prevedibile, duo comico senza spalla, fantasia senza potere. E si vede che fa fatica a rompere gli schemi, perché è l'unico a cui viene affidato l'intrattenimento, e l'ingrato compito. Di cambiare la partita. Ah no, poi toccherebbe a Felipe.

    Non sprecate bile per Felipe: forse la cosa più disarmante è che la rabbia lo fa ancora diventare più indolente, con aria da incompreso. Meglio ignorarlo, aspettando che si ricarichi da solo. Come la Lazio. Che ne ha perse due, e ora ha il Napoli. Ma ha un dovere sacrosanto: non scoraggiarsi. Nonostante Felipe, i cambi di Inzaghi tardivi, la forma fisica sgocciolante. Ora, mister, fai qualcosa. Non ti far mettere in mezzo dal VAR, non ti far mettere in mezzo da Ballardini e Pandev sulla giustizia mister, non da loro, fai qualcosa! Però non dare troppo ascolto a nessuno, vattene.

    A questo punto è un dovere morale dirlo: Inzaghi vattene. Vattene sì, conduci questa Lazio come sai fare tu. L'unico modo che conta, serve. Proteggi questa tua Lazio. E dopo il giusto e doveroso mea culpa vattene. Sì, ma a Formello a lavorare duro, come hai sempre fatto. Vattene e continua così. Vattene a vincere ancora, a far sognare ancora la Lazio, e i suoi tifosi. Fa qualcosa, vattene. A giocare contro il Napoli a testa alta. Vattene a rialzare la tua Lazio.


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