Laziomania: Luis Alberto ha qualcosa di magico (Lulic, sai cosa devi fare)
Nel mentre c'è qualcosa di magico anche tra Lulic e Inzaghi, ma magia nera di rabbia. Uno dei senatori più stimati del gruppo, voce influente, capitano della Lazio, esce rumorosamente dal campo, inveendo, senza neppure la decenza (necessaria nell'epoca televisiva), di coprirsi la bocca. Ha appena segnato nella propria porta, dopo aver segnato nell'altra, la Lazio è in tensione, il Bologna preme, vuole il pari (poi di occasioni reali poche, ma potenziali molte, e brividi moltissimi). Sembra chiaro che Lulic non voglia abbandonare il campo: Inzaghi lo fissa a lungo, veramente a lungo, quasi che, con la potenza magnetica dello sguardo, volesse trasferirgli tutta la gravità di un comportamento fortemente inopportuno. Per sicurezza, alla sua uscita dal campo, Luis Alberto lo va ad abbracciare, gli dice qualcosa: a fine gara, con altrettanta sicurezza, Inzaghi lo va a prendere, ci parla, questioni di campo, di posizioni. Con Lulic, invece, nessun chiarimento: oggi a Formello ci sarà da chiacchierare, tra mister, Peruzzi, Tare, c'è da scommettere che Lulic avrà qualcosa da spiegare. Con la certezza che, esperto, già sappia cosa dire ad Inzaghi, cosa chiedere (scusa), cosa dimostrare (massimo allineamento con gruppo e allenatore). C'è qualcosa di magico in questa Lazio: si porta d'autorità via 3 punti da Bologna. E ai portatori insani di polemiche: per sicurezza guardatevi un altro paio di volte il primo tempo, o la partita di Luis Alberto. Non può fare la magia di far sparire ore dannate, ma ne fa altre, quelle più belle, quelle di un pallone che rotola, una mente che corre in avanti rispetto alle altre, un non so che di felicità nuova nel contatto tra pallone, Luis Alberto, e l'azione che si sta per scatenare. Forse ha qualcosa di magico, di certo la Lazio ne ha bisogno.