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  • Laziomania, l'ennesimo 'colpo di testa' di Luis Alberto. Caos rinnovi, c'è il rischio del ridimensionamento

    Laziomania, l'ennesimo 'colpo di testa' di Luis Alberto. Caos rinnovi, c'è il rischio del ridimensionamento

    • Alessandro De Felice
    Una vera e propria bomba. Un annuncio shock arrivato all’improvviso, senza apparenti segnali. Perché se è vero che tante situazioni in casa Lazio sono in bilico e l’umore di tanti protagonisti non è certamente dei migliori, è altrettanto vero che con il rinnovo arrivato la scorsa estate la posizione di Luis Alberto sembrava una delle più salde. Invece no. Lo spagnolo si prende la scena dopo il 4-1 alla Salernitana e annuncia l’addio con un vero e proprio attacco alla società: “Non voglio più un euro dalla Lazio”. Una dichiarazione pesantissima che va ad aggiungersi ad un quadro tutt’altro che tranquillo di un club che appare sempre più in caduta libera sia sotto l’aspetto sportivo che dirigenziale. Una situazione che appare ben lontana da quella descritta a più riprese dal presidente Lotito, che nel ventesimo anniversario della sua gestione ora deve davvero uscire allo scoperto e dimostrare con i fatti le reali ambizioni.

    CAOS RINNOVI - La bomba fatta esplodere da Luis Alberto è solo l’ultimo episodio di una saga che vede la Lazio e alcuni dei suoi calciatori in conflitto per quanto riguarda le situazioni contrattuali. Le più note tra queste sono quelle di Felipe Anderson e Zaccagni, con il primo a poche settimane dalla scadenza e sempre più vicino alla Juventus e il secondo che, come ha annunciato il suo procuratore, si guarderà attorno al termine della stagione dopo la promessa - mai mantenuta - di rinnovo del contratto fatta il giorno del matrimonio. A questi si aggiunge Alessio Romagnoli, tornato a Roma e nella Lazio con la promessa di un contratto nuovo in caso di qualificazione in Champions League che però non è mai arrivato. Una gestione scellerata da parte della società, che rinnovando i contratti di Luis Alberto la scorsa estate e Provedel nel corso della stagione ha scontentato tutti gli altri, a cui erano state fatte le promesse mai mantenute. Una bomba esplosa definitivamente con l’addio di Sarri. “Per me sono state settimane difficili, con tutto quello che è successo”: ecco spiegato a cose si riferisce Luis Alberto nelle sue dichiarazioni.

    CI METTE LA FACCIA - Non è la prima volta che Luis Alberto fa ‘giocate stravagante’ davanti ai microfoni, salvo poi rientrare sui suoi passi giustificando il tutto come uno sfogo del momento. Una motivazione che non basta più dopo l’ennesimo ‘colpo di testa’ dello spagnolo, che all’alba dei 31 anni non ha dimostrato di aver raccolto totalmente i gradi di leader e di capitano, come ieri sera. L’addio annunciato ai microfoni di DAZN arriva a meno di un anno dalla querelle per il rinnovo di contratto arrivata in estate, dopo aver vissuto per l’ennesima volta il tormentone dell’addio e la volontà di ritornare in Spagna, a casa sua. L’exploit al termine di Lazio-Salernitana rappresenta il culmine di una storia giunta ai titoli di coda. Lo spagnolo ci mette la faccia e risponde all’invito del connazionale Patric, che alla vigilia della sfida ha chiesto onesta e di farsi da parte a chi non si sente più nel progetto, o presunto tale. Dopo Maurizio Sarri, anche Luis Alberto dice di essere disposto a rinunciare ai soldi per salutare la Lazio. Un atto di coraggio che smaschera la società ed evidenzia le mancate ambizioni e il fallimento di una gestione con evidenti limiti e senza volontà di riportare la Lazio ai fasti della gestione Cragnotti, seppur con il tempo e un passetto alla volta, attraverso una gestione oculata ma votata alla crescita costante e al raggiungimento di obiettivi sempre più importanti.

    MA QUALE PROGETTO? - L’addio di Maurizio Sarri, che poche settimane fa ha rassegnato le proprie dimissione, ha solamente scoperchiato un vaso in cui all’interno erano contenuti i tanti problemi della Lazio. Al netto di quelle che sono le dichiarazioni di facciata di Lotito, il presente della squadra biancoceleste appare all’insegna del ridimensionamento. Il rendimento nettamente al di sotto delle aspettative, il caos rinnovi, il malcontento dello spogliatoio e le parole di Luis Alberto non possono che confermare questo, con una squadra che ancora una volta torna a galleggiare tra Europa League e Conference League dopo l’exploit della passata stagione e la possibilità di poter fare il salto di qualità. Quell’asticella che hanno alzato Atalanta e Napoli, la prima reduce dal successo di Liverpool e sempre in corsa per la qualificazione in Champions, e la seconda campione d’Italia in carica dopo 33 anni. Le dichiarazioni di Luis Alberto, l’addio quasi certo di Felipe Anderson e la situazione in bilico di altri calciatori come Zaccagni e Romagnoli confermano la mancanza di ambizioni di un club che non ha mai dimostrato la reale volontà di crescere e che non rischia di perdere in un solo colpo quasi tutti i suoi pilastri. 

    TOCCA ALLA SOCIETÀ - Se da una parte Tudor ha preferito non commentare, facendo intendere nemmeno troppo velatamente che ‘i panni sporchi si lavano in famiglia’, dall’altra parte la società ora deve uscire allo scoperto e prendere una posizione per quanto accaduto, sia sulla vicenda Luis Alberto che sul futuro di questa squadra, smarrita e molto lontana dalle posizioni che le competono. Una conseguenza naturale di una gestione mai votata alla crescita e al consolidamento, ma un saliscendi che regala emozioni ai tifosi ciclicamente, prima di sprofondare nuovamente. Un situazione già vista più e più volte nel corso della gestione Lotito, con il presidente che ora deve davvero decidere cosa vuole fare e chiarire se può restare al comando del club o dire addio e passare la mano una nuova proprietà, prima che lo scenario si complichi ulteriormente.

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    Felipe 10
    Felipe 10

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