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Pessina gioca in tre ruoli e vede la porta, ecco perché piace a Juve e Inter

Pessina gioca in tre ruoli e vede la porta, ecco perché piace a Juve e Inter

  • Luca Bedogni
    Luca Bedogni
Dunque su Matteo Pessina ci sarebbero le big, la Juve, l’Inter e subito a ruota il Milan. Sta piacendo parecchio, nel Verona di Juric. Dopo l’apprendistato, l’anno di Bergamo alla corte del Gasp, il centrocampista offensivo classe ’97 è esploso con l’allievo, l’allenatore croato che ha reso l’Hellas una delle rivelazioni più interessanti (se non la) di questo campionato. Pessina ha segnato 3 gol e giocato in tre ruoli. Dunque è duttile e vede la porta, qualità che evidentemente attraggono il Paratici di questi tempi…  Ci si domanda tuttavia, almeno in questa sede, che giocatore sarebbe il bravo Pessina fuor di sistema. Basta infatti tornare all’ultimo Atalanta-Verona per comprendere le affinità profonde tra queste due squadre. E con esse, le differenze palesi rispetto a tutte le altre. Gasperini e Juric, ormai lo sappiamo, non adottano soltanto lo stesso modulo, giocano proprio un calcio diverso, tutto loro. Dunque uscirne fuori improvvisamente ed essere pronti per qualsiasi altro contesto tattico, non è mai cosa semplice e scontata.
      
INTERNO, TREQUARTISTA O SOTTOPUNTA – Nell’impianto 3-4-1-2 di Juric, schieramento utilizzato specialmente in contrapposizione ad avversari con vertice basso a centrocampo, Pessina si sta confermando come trequartista. Lo abbiamo visto bene contro il 4-3-3 della Juve, sabato scorso, quando Pessina si è incollato a uomo su Pjanic e non l’ha mollato un attimo. A fine gara i due avevano corso più di tutti, e più o meno lo stesso numero di chilometri, l’uno per smarcarsi e l’altro a corrergli dietro…  



Ma proprio contro i bianconeri si è resa evidente anche la duttilità di Pessina che, nella ripresa, uscito Veloso per Verre al 57’, si è sistemato al fianco di Amrabat, da interno di centrocampo. Non ha per questo abbassato il livello di aggressività, Pessina, anzi è stato proprio lui a sporcare in pressione il tacco lezioso di Bentancur un attimo prima del pareggio di Borini.  



Dicevamo sopra del match contro l’Atalanta. Pessina in quella partita giocò addirittura da sottopunta alla destra di Di Carmine, nel 3-4-2-1 pensato per l’occasione da Juric. Al Verona, allora, serviva bloccare la costruzione dei tre difensori del Gasp…



TEMPI E SPAZI DI INSERIMENTO – Con Pessina sulla trequarti nel 3-4-1-2, il Verona ricorda un poco una certa Atalanta, quella del 17/18 con Cristante trequartista, quando il Papu faceva ancora una delle due punte. Ebbene Pessina con Juric ricopre un po’ la funzione di quel Cristante là (che segnò tanto). Ha una notevole sensibilità per i tempi di inserimento. Ma questo non basterebbe: serve sentire gli spazi oltre che i tempi. E il Verona attacca l’area benissimo. Viene in mente il gol di Faraoni contro il Milan, oppure, quello forse meno conosciuto di Pessina contro il Lecce, nella gara di ritorno. Guardiamolo. Il Lecce, dopo l’ottima partita con l’Inter, ripresenta a Verona il 5-3-2. Durante l’azione del gol di Pessina, pur avendo perso un laterale per strada (il quinto di destra, Rispoli), non sembra messa malissimo in area.    



Il centrale di destra Lucioni esce su Lazovic, mentre si preannuncia una situazione di superiorità numerica dentro l’area. Pessina, tuttavia, con un’intuizione senza palla sovverte il normale corso delle cose, effettuando su Mancosu una manovra di smarcamento da applausi. In questo momento in quanti avrebbero tirato dritto l’inserimento, verso il primo palo? Lo spazio tra Dell’Orco e Rossettini c’è, e sembra fatto apposta per un inserimento dalle retrovie. Eppure non è il miglior punto debole, il miglior varco. Lo spazio che con grande intelligenza vede, sceglie e attacca Pessina è quello cerchiato in rosso, tra Dell’Orco e l’accorrente Donati (il quinto di sinistra). Ma è dalla parte di Mancosu, come fa Pessina ad arrivarci prima?      



Cambio di direzione improvviso alle spalle del centrocampista del Lecce, e attacco dello spazio prescelto. Mancosu è preso in controtempo.



Nel frattempo Lazovic rientra sul destro e calcia sul secondo palo, dove ormai Pessina ha guadagnato un enorme vantaggio sul proprio marcatore e su Dell’Orco e Donati. Imparabile il suo colpo di testa ravvicinato.  



Di recente Pessina ha preso pure un palo, sempre di testa. Ricordate contro il Milan nella ripresa? Pallone ancora a Lazovic sulla sinistra, coi rossoneri che difendono a quattro. Sul laterale serbo esce il terzino destro del Milan, mentre i centrali vengono attratti dalle presenze di Zaccagni e Verre in zona palla. Faraoni, il laterale opposto a Lazovic, preoccupa Hernandez, sicché Pessina viene ‘controllato’ in teoria da Bonaventura.  



Ma Bonaventura guarda la palla, e mentre Faraoni attacca il secondo palo aprendo il varco tra terzino e centrale di sinistra, Pessina coglie l’attimo e si incunea in diagonale verso il dischetto.



La palla di Lazovic è ancora una volta perfetta, e Pessina, sorpreso Bonaventura alle spalle, stacca solissimo al centro dell’area, la gira di testa verso il palo lontano.

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