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  • Leader e simbolo, la Juve esalta Rabiot: ora il rinnovo

    Leader e simbolo, la Juve esalta Rabiot: ora il rinnovo

    • Nicola Balice
    Il gol da tre punti all'ultimo respiro alla fine l'ha segnato Federico Gatti. Ma il vero uomo simbolo della Juve che torna da Monza in vetta alla classifica è Adrien Rabiot. Autore del primo gol, protagonista con la sgroppata conclusa con l'assist da tre punti per Gatti, vincitore assoluto dello scambio di cortesie con Roberto Gagliardini. L'ex interista gli ha prima esultato in faccia, poi ha poco gradito la risposta esemplare del francese sui social (“Impara sempre a rimanere umile. Perché finché l'arbitro non ha fischiato la fine della partita tutto è ancora possibile. Ricordati di questo”, suggerendo poi di usare il cervello) e infine ha rimediato un'altra brutta figura ancora via social (“"Le cose di campo rimangono in campo, non sui social, «Ciama la mama!»”). Un bel mix, che conferma sempre di più Rabiot al centro del cuore del tifo bianconero, dopo due anni e mezzo da elemento contestato è cambiato tutto e ora il francese è leader in campo e idolo fuori. Uno da provare in ogni modo a blindare quindi, qualcosa che la Juve sta già provando a fare per andare oltre quel contratto annuale che è già in scadenza.

    IL FUTURO – Fondamentale Max Allegri nella sua scelta di restare ancora. Così come quell'amarezza rimasta dopo una stagione tanto tormentata fuori dal campo, proprio mentre si imponeva finalmente ai livelli sperati fin dal suo arrivo in bianconero. Un solo anno per continuare insieme e vedere come il progetto Juve si sarebbe evoluto, è quello scelto lo scorso giugno. Ma di nuovo Rabiot è oggi il vero obiettivo numero uno di mercato della Juve almeno per quel che riguarda il centrocampo, un mercato diverso ovviamente rispetto a quello che si sta scaldando tra gennaio e giugno. Con o senza Allegri, la Juve proverà a convincerlo a diventare bandiera e perno del progetto futuro, garantendo uno sforzo economico importante per conservargli l'attuale ingaggio ma chiedendo in cambio un prolungamento più lungo, di almeno tre stagioni. Discorsi destinati a entrare nel vivo solo nel nuovo anno, nemmeno subito. Prima c'è il campo, il resto verrà da sé, forse di conseguenza. Tanto la passata stagione insegna, non è un contratto in scadenza a distrarre o condizionare uno come Rabiot.

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