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  • Leader Fiorentina:| Mancano in campo e fuori

    Leader Fiorentina:| Mancano in campo e fuori

    LEADER. Il punto di riferimento. L'idea fatta persona. Colui che guida il gruppo. Verso la gloria, magari, verso qualcosa, comunque. Avere carisma. Dare l'esempio. Indicare la rotta. Tutte cose note, dal punto di vista della storia. Sia una nazione, sia un partito, sia un'azienda, sia una squadra di pallone: servono uomini capaci e responsabili. MERCE rara, comunque. Ma se non ci sono arrivano i guai. Scendendo sulla terra un po' arida di questa Fiorentina, l'impressione è che i risultati sul campo non siano solo figli di problemi di gioco o degli infortuni. Certo, anche queste vicende hanno un peso sul rendimento del gruppo. Ma sarebbe sciocco non capire quante cose sono cambiate negli ultimi mesi intorno a un gruppo che in pratica è rimasto lo stesso.

    Via Prandelli, dentro Mihajlovic. Nessuna rifondazione. Intorno si aggirano gli stessi dirigenti, ma coi due Della Valle senza cariche e un'idea che non sai più esattamente qual è. Perché c'era una volta un'altra Fiorentina. C'erano un Diego motivatissimo e un Prandelli in panchina. Una congiunzione astrale. Quasi mistica. Uno era la fortuna dell'altro. Il primo spendeva e l'altro cercava di far fruttare i soldi spesi sul campo. Una bella storia, lunga quattro anni e mezzo. Da Toni a Ovrebo, più o meno. Il clima era da sballo. Eravamo diversi. Più belli, più simpatici, più vivi. E paura mai. Certo, calciopoli non è stato un momento facile. Ma quando sei forte dentro ti possono ferire ma mica ammazzare. Vi ricordate la rincorsa nell'anno della penalizzazione? Roba da duri veri. C'erano i leader. In campo. Gente come Ujfalusi, tanto per intenderci. E Liverani. Gente che ci sentiva. E nello spogliatoio mica si scherzava. Poi c'era l'allenatore, appunto. Carisma. E carismatico anche il capo. Che magari si vedeva poco, ma già sapere che prima o poi passava da qui ti faceva stare più tranquillo.

    I Della Valle sono dei vincenti. Uno patron, uno presidente. Puoi perdere una partita. E anche due. Però sai che il gruppo è compatto. Che l'ambizione è sempre più forte di qualsiasi nemico. Firenze è unita. E riempie lo stadio anche per le amichevoli. Sono in migliaia al Franchi all'inizio del 2010 per vedere una partitella di mezza settimana. Neanche un anno fa. Ma sembra una vita. Nostalgia dei bei tempi andati? No. Ripensare al passato serve solo per capire cosa sia cambiato, a parte Prandelli, che non è poco, ma non è tutto. Perché nel frattempo due Della Valle su due hanno fatto un passo indietro. Certo, Andrea partecipa e dice la sua, ci mette cuore e idee, ma intanto il presidente non c'è. Fatto non marginale. Così come d'altra parte Diego farà sentire la sua voce. Ma non è la stessa cosa.

    E l'allenatore? Beh, lui sembra quello giusto per questa società. Non chiede giocatori, non vuole i campini e non si interessa di cittadelle varie e assortite. Però è uno coi "contro...". Così dice lui. Così racconta la sua storia di grandissimo giocatore. Un leader, quando giocava. E ora? Ora dice che lui ha le idee ma i giocatori non lo seguono. E un leader senza seguito,a occhio, leader non lo è ancora. Ma perché? E quali sono i riferimenti di Mihajlovic, uno che si è trovato gli stessi giocatori di Prandelli? Quelli che avevano vissuto anni d'oro prima che il giocattolino facesse crack. Già. Come è stato rimesso in moto il gruppo? E le nuove gerarchie? E tutti quelli messi sul mercato e poi rimasti qui per mancanza di compratori o per contingenze improvvise? Con che spirito è ripartita questa Fiorentina?A essere pignoli è sempre bene ricordare che per motivarti basterebbe lo stipendio che ti danno, soprattutto se sei un milionario. Ma il calcio è fatto anche di equilibri psicologici e questi, a occhio, sono ancora molto casuali e improvvisati.

    La domanda è: esiste un gruppo di giocatori alla guida di questo spogliatoio? Gente nata con questo spirito o con la vocazione di leader? Al momento è difficile darsi risposte. Di sicuro l'entusiasmo ancora non si è manifestato. Da Cortina a oggi molti discorsi e fatti che raccontano l'esatto contrario di quei discorsi. Eppure tra Full metal Jacket e il fantastico mondo dei Puffi ci sarà pure una via di mezzo. Ma se si vuole davvero risalire diventa necessario l'intervento degli unici leader carismatici di questa azienda: i Della Valle. Pensare che per ricominciare una nuova fase basti la parola autofinanziamento e il pilota automatico è pura utopia. Senza una guida carismatica e un obiettivo preciso si rischia di perdere la rotta. Tanto più quando niente gira per il verso giusto. Sarà pure una frase fatta, ma le cose stanno davvero così.
     


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