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  • Leccemania: decisivi i propri errori che vanificano una buona prestazione, così diventa un suicidio

    Leccemania: decisivi i propri errori che vanificano una buona prestazione, così diventa un suicidio

    • Stefano Gennari
    Neanche il tempo di riflettere sugli errori commessi contro il Milan che gli stessi finiscono sul banco degli imputati contro la Juventus. I bianconeri sicuramente non avrebbero avuto bisogno delle leggerezze di Shakhov e Rossettini oltre all’espulsione di Lucioni per vincere ma, prima che ciò accadesse, il Lecce stava disputando una partita dignitosa mettendo in difficoltà i campioni d’Italia che hanno tirato verso la porta al ventesimo con una conclusione da lontano di Rabiot mentre i giallorossi si erano portati in area avversaria con più frequenza.

    DALL'ESPULSIONE IN POI -  Sul taccuino dei “colpevoli” finiscono Lucioni, con la sua espulsione che arriva alla mezz’ora del primo tempo dopo che la squadra stava fornendo una prestazione di tutto rispetto mettendo in affanno i bianconeri, poi Shakhov sbaglia un appoggio vicino l’area di rigore che porta al gol di Dybala che sblocca una partita in cui la Juve dava la sensazione di poter segnare solo sfruttando delle disattenzioni avversarie. Infatti, il gol del raddoppio arriva su calcio di rigore causato da Rossettini, entrato nell’intervallo per colmare l’espulsione, che chiude la sua prestazione negativa perdendosi De Ligt per il poker torinese. Sulla coscienza dei giallorossi restano ancora una volta degli errori che portano ad un passivo troppo pesante rispetto alla prestazione che fino alla mezz’ora faceva pensare tutt’altro che ad una goleada dei bianconeri ma alla prima leggerezza che porta al gol la squadra va in tilt e perde compattezza e concentrazione.

    QUEL CHE RESTA DA SALVARE – Tutto ciò che fa sperare per il primo scontro diretto di questo tour de force contro la Sampdoria lo ritroviamo nella prima mezz’ora di partita. Leggendo la formazione titolare schierata da Liverani non si poteva che pensare che la testa fosse già a mercoledì ma la prestazione dell’undici salentino ha detto tutt’altro ed anzi a funzionare è stato anche il modulo provato già con l’Inter, ossia il 5-3-2. Con questo sistema la squadra ha difeso in maniera compatta costringendo la Juve a giocare sulle fasce eludendo così la pericolosità dei bianconeri costretti piuttosto ad un fraseggio sterile e lontano dall’area. Ne hanno giovato invece i terzini giallorossi che hanno potuto spingere preoccupandosi meno di dover tenere la posizione rispetto ad una difesa a quattro ed infatti non è un caso che Rispoli, a suo agio in quel ruolo, sia arrivato pericolosamente alla conclusione. I giallorossi anziché imbottigliarsi per vie centrali hanno potuto fare molti cambi di gioco con Tachtsidis in forma e Falco libero di muoversi sul fronte offensivo, anche se la mancanza di una punta si è sentita nel momento in cui si poteva capitalizzare. Chissà ora che questo modulo non venga confermato se si pensa che a centrocampo mancava Barak, entrato nei minuti finali, e sulla fascia sinistra Calderoni che può essere più incisivo da tornante piuttosto che da terzino nella consueta difesa. Inoltre, con l’inserimento di una punta, Falco potrà essere più libero di svariare sul fronte offensivo sfruttando l’appoggio di Babacar, sperando che sia arruolabile per mercoledì. Come ha detto Liverani con la pausa si "è tornati indietro alla scuola elementare" ma qualche segnale positivo c’è e bisogno sfruttarlo fin da subito.

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