Leccemania: la prestazione e il cuore che danno un calcio alla sfortuna, non è ancora finita
FAME E COMPATTEZZA – Gol a favore annullato e poi subìto su errore di Gabriel. La squadra rivede i soliti spettri e probabilmente il passivo pesante ma ha saputo reagire limitando il gioco della Lazio alzandosi e pressando in modo omogeneo e non confusionario come nelle ultime sfide. In fase di possesso, l’orchestra è stata guidata da un superlativo Petriccione che si conferma a suo agio nel ruolo di regista: detta i tempi di gioco, distribuisce palloni e riempie gli spazi in campo con il suo dinamismo. Nonostante il rigore sbagliato, anche Mancosu torna alle sue grandi prestazioni grazie alla sua quantità e qualità nelle azioni duettando con Falco sulla destra. La costruzione della manovra è stata anche capitalizzata dalla punta, ossia Babacar, che era stato un altro elemento mancante nelle ultime partite. Ieri Liverani ha potuto vedere una sorta di “completezza” della sua squadra che ha saputo soffrire ma anche compattarsi, costruire con qualità e finalizzare.
L’IMPORTANZA DELLA ROSA AL COMPLETO – Il mister, a parte alcune defezioni, ha potuto disporre di una rosa più completa sia tra i titolari che in panchina se si pensa che sono subentrati Deiola, Farias, Majer e Rispoli. I primi tre sono mancati tanto sia nelle recenti partite che nel corso della stagione e, in una sfida come quella contro la Lazio, quando ti ritrovi in vantaggio contro la seconda forza del campionato avere dei cambi che possono irrobustire il centrocampo e sfruttare i contropiedi è solo oro che cola per una squadra che deve salvarsi. Il Lecce riparte oltre che da un risultato importante anche dalla consapevolezza di avere un organico a disposizione che potrà far fronte alla singola partita ma anche ad un ritmo faticoso dovuto al calendario.