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  • Leccemania: la scelta di puntare sui giovani premia due volte

    Leccemania: la scelta di puntare sui giovani premia due volte

    • Stefano Gennari
    A meno di sette giorni dalla fine del campionato che ha decretato (già con una giornata di anticipo) la salvezza del Lecce, porta un altro importate risultato che è la conquista dello Scudetto Primavera (e quindi conseguente ed importante qualificazione alla Youth League).

    Dietro a questi successi c’è un importante lavoro del Responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino nei confronti dei giovani con l’obiettivo di valorizzarli e creare un patrimonio tecnico ed economico. Lo dimostra innanzitutto l’età media della prima squadra che è la più giovane della Serie A con i suoi 24,5 anni. Oltre alla giovane età, la rosa a disposizione di Baroni ha un vasto numero di esordienti che si sono trovati a lottare contro l’incubo della retrocessione che spesso richiede più esperienza per non “tremare”. Nonostante questo, il Lecce ha ottenuto la crescita di molti di questi tanto da diventare punti fermi, su tutti Hjulmand che è diventato il capitano ed è anche attenzionato dalle big d’Italia e alcune squadre estere. Non è neanche un caso l’inserimento in prima squadra di Gonzalez (l’anno precedente in Primavera) e l’exploit di alcune sorprese come Baschirotto, la crescita di Gallo che ha messo maggiore esperienza in una stagione tra alti e bassi. Il tutto si accompagna al colpaccio che ha portato esperienza e carisma con Samuel Umtiti, arrivato a Lecce con tanta umiltà e con la voglia di mettersi a disposizione. Il francese ha salutato i colori giallorossi ma ha lasciato un segno evidente: a Lecce ci sono le idee, a volte scommesse, ma che con la giusta oculatezza vengono premiate.

    A proposito di premio, la squadra Primavera ha potuto alzare il trofeo di categoria per salire sul gradino più alto d’Italia e con la possibilità di giocare in Youth League, ossia la Champions League delle giovanili. Anche questo è frutto di scelte attente e vincolate dal bilancio volutamente mai in perdita e con l’obiettivo di valorizzare ciò che si ha in casa. Infatti, per rispondere a Commisso e chi va dietro alla critica sugli stranieri in rosa, bisogna ricordare come il Lecce sia una società che veniva da sei anni di Serie C e una retrocessione nell’anno del covid, motivo per cui, oltre a gestire i costi esorbitanti della prima squadra, deve gettare le basi per un settore giovanile che cresca con il tempo e i costi dei giocatori italiani sono spesso oltre il budget e quindi bisognerà attendere la crescita e la formazione di quegli italiani (e salentini) che si trovano nelle categorie inferiori delle giovanili giallorosse.
     

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