Ventitré espulsioni in 16 mesi. Numeri da record. Altro che calcio spettacolo, da quando Mourinho ha preso dimora a Madrid, il Bernabeu si è trasformato in un'arena da corrida. Dove il rosso è il colore dominante.

 

Non è un caso. Lo Special One va preso così. Ti farà anche vincere, ma con lui l'aria è sempre elettrica. Anche a Vila Real, dove le merengues sono incappate nel secondo 1-1 consecutivo. Un pareggio però diverso da quello maturato, un po' per caso, col Malaga. Stavolta il Real Madrid non ha giocato da Real Madrid. E soprattutto non si è comportato da Real Madrid. Quattro espulsi (Sergio Ramos per falli, Ozil, il collaboratore Rui Faria e l'immancabile Mou per proteste), più Pepe squalificato per le parolacce rivolte al direttore di gara nel tunnel che porta agli spogliatoi. Una caciara immotivata, perché le scelte arbitrali non sono state affatto scandalose, sebbene abbiano irritato i blancos.

 

Così il Real ha ora solo 6 punti di vantaggio sul Barcellona, che nel giorno precedente aveva passeggiato sul povero Granada (5-3). Un margine, al netto dello scontro diretto da disputarsi al Camp Nou, che lascia tutt'altro che tranquillo il vate di Setubal. Mourinho nel frattempo ha deciso (per una volta) di stare zitto. E ha imposto il silenzio stampa anche al resto della truppa. Il portoghese sa bene che le acque sono fin troppo agitate e la sua squadra ora ha bisogno solo di ritrovare la calma.

 

L'ultimo capitolo di questo punto sul campionato spagnolo lo dedichiamo a Radamel Falcao. Il bomber colombiano trascina l'Atletico Madrid contro l'Athletic Bilbao con una doppietta da gran rapinatore dell'area di rigore. Ora è giunto a quota 19 reti nella Liga. Appena sotto ai due marziani, Messi e Ronaldo, c'è lui. Che anche in Europa League timbra il cartellino del gol con regolarità. I colchoneros lo hanno strappato al Porto a suon di milioni, ma Falcao è giocatore da top club. Classe '86, l'attaccante è destinato a ben altre vetrine negli anni a venire. Il Chelsea ha già l'acquolina in bocca.