Niente da fare. La doppia trasferta, in casa di Torino e Atalanta, ha portato sul tavolo del bilancio parziale di questi centottanta minuti zero punti, un gol fatto e cinque incassati. Trovare uno scampolo di ottimismo analizzando questi numeri quando mancano nove gare alla fine dei giochi è un qualcosa di particolarmente arduo. Sarebbe servita una reazione dopo il capitombolo catastrofico di Torino e tal auspicio,  al fischio conclusivo dell'arbitro De Marco di Chiavari, è rimasto tale. La squadra di Di Carlo non ha fatto niente in quel dell'Atleti Azzurri d'Italia se non 10-15 minuti nel primo tempo di timido approccio. Poi la forza della Dea, senza neanche sudare troppo, si è abbattuta su un Livorno incapace di tirar fuori un ragno dal buco. Diciottesima gara consecutiva con gol subito - di fatto un girone -, appena un'ammonizione per una squadra che, sul campo, in quella situazione di classifica, dovrebbe entrare, sportivamente parlando of course, con l'elmetto in testa e la carabina a portata di tiro. Niente di tutto questo, niente di niente. Eppure nonostante questa sintesi del dramma sportivo la classifica e la corsa per la salvezza resterebbero ancora in linea con le possibilità visto che in palio ci sono nove turni e 27 punti disponibili. Il calendario è da brividi, con Inter e Juve per cominciare, e se questa squadra non deciderà di darsi una svegliata la sentenza sarà già nota a tutti ancor prima di essere pronunciata. Con questo atteggiamento, questo approccio, la B sembra proprio inevitabile.