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  • Livornomania 2013: il migliore, il peggiore, la sorpresa, la delusione

    Livornomania 2013: il migliore, il peggiore, la sorpresa, la delusione

    Alti e bassi. I primi fortemente dovuti ad una stagione, quella conclusa a giugno, culminata con il salto di categoria ed i secondi, inevitabilmente legati ad un avvio di 2013-14 negativo, con la squadra relegata nei bassifondi della classifica e quasi incapace di reagire in gare che, almeno sulla carta ma poi anche sul campo, si erano rivelate nettamente alla portata. Chi vivrà vedrà, e un anno è passato. 


    IL MIGLIORE: Paulo Bettanin Paulinho
    Quarantacinque presenze e 23 reti nello scorso campionato di serie B, suddivise in 20 nella 'Regular Season' e 3 nei playoff. Questo il ruolino di marcia del centravanti amaranto che, a suon di reti, ha trascinato la squadra di Davide Nicola al ritorno in serie A dopo un torneo vissuto da protagonista e una fase finale, i playoff, dove ha inciso in maniera determinante segnando nella finale di ritorno il gol di testa che ha abbattuto l'Empoli. In serie A, nonostante la squadra stenti e i risultati fatichino evidentemente ad arrivare, ha siglato 6 reti in 14 presenze, di fatto quasi la metà dell'intero bottino della squadra labronica. In estate Spinelli per lui ha rifiutato 10 milioni di euro, ma già da gennaio - e sicuramente a luglio - sarà difficile trattenerlo. Il giocatore è maturato, e a questo punto della carriera sarebbe anche giusto che si potesse giocare le proprie carte in una squadra con ambizioni e obiettivi differenti. A Livorno è nato come calciatore, ma il palcoscenico futuro, per lui, sembrerebbe essere ben diverso.    

    IL PEGGIORE: Innocent Emeghara

    Dispiace annoverarlo come colui che per il momento ha reso vana ogni aspettativa, ma purtroppo il brevilineo centravanti che aveva stupito tutti gli addetti ai lavori quando ha indossato la maglia del Siena in riva al Tirreno si è reso protagonista di una involuzione a tratti imbarazzante. Tanto bene aveva fatto con i bianconeri e tanto male ha mostrato di fare in quattro mesi a Livorno. Spaesato, completamente anarchico, fuori dal gioco e dagli schemi che Nicola e il suo staff hanno cercato di costruirgli attorno per sfruttare a dovere la sua corsa. Qualcosa di lui non sarà stato capito, ma di certo c'è che al Livorno mancano i suoi gol come il pane. Doveva esplodere al fianco di Paulinho e comporre insieme al brasiliano la grande coppia della serie A amaranto, invece è finito in panchina a guardare i compagni. Ha segnato 1 gol, su rigore, e ne ha propiziato un altro ma con grande partecipazione di Rosati. Forse si rifarà, ma per il momento non può non essere una delusione.

    LA SORPRESA: Federico Ceccherini

    E' nato l'11 maggio del 1992 a Livorno. Durante la parte finale della stagione scorsa ha confermato quello che di buono si diceva di lui fin dagli inizio del campionato: è bravo, è serio, è attento ed umile. Tutte doti che non potevano non far diventare l'ex centrale della Primavera amaranto uno dei punti cardine della squadra della promozione in serie A. Ceccherini, che veniva da appena un anno di esperienza con la maglia della Pistoiese in serie D, nel giro di un anno ha conquistato la maglia da titolare nella squadra della sua città e la casacca azzurra dell'Under 21 di Gigi Di Biagio. Essere 'profeta in patria' non è mai semplice, ma lui, con serietà e grande abnegazione, ci sta riuscendo. In serie B ha dimostrato di poterci stare, in serie A non ha avuto nessun timore reverenziale nel vedersela - a muso duro - prima con Totti, poi con Tevez, Balotelli e Kakà. Carattere da vendere, è un centrale che ha fatto il terzino destro e sinistro, ma si trova a suo agio nella difesa a tre, specialmente sul centrosinistra. Crescerà, è un prodotto del vivaio e spiccherà il volo. 

    LA DELUSIONE: Marco Biagianti

    E' arrivato in estate a Livorno con la delusione negli occhi per non aver rinnovato il contratto con il Catania. Atteso dalla piazza e dagli addetti ai lavori come l'uomo in più del centrocampo labronico per quantità e lavoro, si è reso invece protagonista di prestazioni poco all'altezza del nome che si è costruito negli anni in Sicilia. Sette stagioni da protagonista con gli etnei, addirittura una convocazione in nazionale nel 2009 e una fascia da capitano portata con onore al Massimino sono svaniti negli occhi di un ragazzo che è stato anche fortemente condizionato da numerosi infortuni. Forse si rifarà, la speranza è quella, ma ha deluso. 

     

     


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