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  • Luca Pellegrini: 'Samp, non fare come nel 2011; e su Montella..."

    Luca Pellegrini: 'Samp, non fare come nel 2011; e su Montella..."

    • Lorenzo Montaldo
    Luca Pellegrini conosce bene sia l'ambiente della Sampdoria che quello del Verona. Dopo gli undici anni in blucerchiato, vissuti da capitano, nel 1991 approdò al Verona di Fascetti, Liedholm e Corso.

    Pellegrini non ha dimenticato però il suo primo amore, la Samp: "Salvi se si vince a Verona? E' una parolona. Non dimentichiamoci che le ultime 3 del campionato ci sono Palermo, derby e Juve. Tre partite che per motivi diversi saranno difficilissime" ammette lucidamente il capitano a SampNews24.com. "Col Verona è importante ottenere i tre punti, è chiaro. Non perdere sarebbe già un segnale importante. Per la Samp è fondamentale dare continuità di risultati, cosa in cui ha dimostrato parecchie lacune".

    La salvezza è invece un'impresa disperata, per il Verona: "La bravura di Delneri e i ragazzi è stata la capacità di riavvicinare la tifoseria alla squadra. Prima si stava creando una frattura. Con Delneri sono tornate le motivazioni e l’ambiente si è ricompattato. Anche se penso che il fattore decisivo che ha affossato il Verona sia il fallo scientifico di Paletta su Toni, che lo ha costretto ai box per dei mesi privando il Verona di un giocatore fondamentale".

    La Samp, comunque, non dovrà ricadere in quanto fatto nel 2011: "L’errore più grosso che la Samp può fare è quello che è già stato fatto cinque anni fa -conferma Pellegrini- ossia dire “Ma figurati! Con 18 partite vuoi che non facciamo 13 punti?” com’è andata a finire lo sappiamo tutti. Finora quella che circola è un’idea del genere, sarebbe un errore imperdonabile. Domenica deve essere posto il primo tassello di un cambio di rotta. Domenica non si è fatto niente. Ne perdi una e sei di nuovo lì".

    Pellegrini, mai banale, ha anche un'idea sul tecnico blucerchiato Montella: "Ha messo al centro del progetto più la sua idea di calcio che la qualità dei giocatori che aveva in mano. Ha voluto adattare la squadra alle sue idee. Infatti gli hanno comprato giocatori che non sono ne carne ne pesce a livello tattico, difficilmente collocabili. Gente brava a palleggiare. Ma bisogna anche buttarla dentro. Si è calato in una realtà che si aspettava diversa. Personalmente, per dirla alla Sousa,  mi piacciono gli allenatori che fanno la frittata con le uova che hanno a disposizione. Non so quanti dei 25 giocatori che ha in rosa Montella schiererebbe per identificare il suo credo calcistico -conclude l'ex blucerchiato-. Io dico pochi. Anzi, pochissimi".

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