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    Lukaku chiude a quota 21, solo Lautaro meglio di lui: come si fa a definire "deludente" la sua stagione alla Roma?

    Lukaku chiude a quota 21, solo Lautaro meglio di lui: come si fa a definire "deludente" la sua stagione alla Roma?

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Stagione dopo stagione diventa sempre più difficile capire quale sia l'utilizzo dei numeri "universalmente accettato". Nello sport i numeri sono spesso lo specchio delle prestazioni, anche se non sempre le rappresentano al 100%. Allo stesso tempo, però, i numeri devono essere contestualizzati per attribuire loro il giusto valore. 

    E così, come ultimamente accade sempre più spesso in ogni ambito, si passa rapidamente ai due estremi: o "i numeri non contano nulla" oppure "i numeri parlano chiaro". In questo modo si raggiungono anche degli incredibili paradossi, come sconfitte per 4-0 che vengono giustificate (o almeno, qualcuno tenta di farlo) con "un miglior possesso palla", portieri bocciati perché colpevoli di una "bassa percentuale di parate", spesso senza valutarne la difficoltà, o attaccanti tacciati di "segnare pochi goal pesanti" e quindi bollarli come "flop" anche quando sono stati tra i migliori marcatori stagionali. 

    Tale premessa appare doverosa per spiegare che sì, siamo consapevoli (forse anche più della media) che i numeri vadano contestualizzati e pesati, ma che allo stesso tempo non possono essere nascosti. E i numeri raccolti da Romelu Lukaku nella sua prima, e probabilmente unica stagione alla Roma, parlano chiaro, molto chiaro.

    21 reti stagionali, di cui 13 in campionato, non sono certo numeri che possono giustificare chi sostiene che la stagione di Lukaku sia stata "negativa", "sottotono", per qualcuno addirittura "fallimentare". Soltanto "l'ex amico" Lautaro Martinez, indiscusso re dei bomber della stagione, ha fatto più goal di lui (27): tutti gli altri, in Italia, hanno segnato meno del numero 90 della Roma.

    La critica che "Big Rom" ha spesso ricevuto è stata quella relativa alle sue 'sparizioni' durante i big match: in parte, è vero, innegabile, ma a volte è sparito soltanto dal tabellino dei marcatori, disputando comunque delle prove sufficienti, se non di più. Il belga è stato probabilmente il calciatore della Roma che ha accusato maggiormente (in negativo) il cambio tra Mourinho e De Rossi e non sembra esserci una spiegazione tattica nè motivazionale: semplicemente, a quanto è sembrato, Lukaku si trovava più a suo agio nel gioco dello 'Special One' che, così come in quello di Antonio Conte, lo vedeva protagonista di ripartenze e sportellate, ma sempre correndo in direzione della porta avversaria. In una Roma più manovriera, probabilmente, Lukaku ha dimostrato i suoi limiti ad agire spalle alla porta, come già accaduto in Premier League.

    Ma 21 goal sono un tesoretto non da poco, specialmente in una squadra che ha vissuto una stagione altalenante durante la quale, spesso, il belga è stato lasciato da solo a lottare contro intere difese avversarie. Soltanto Dzeko (due volte) e Tammy Abraham nel 2021/2022 hanno messo insieme più goal stagionali in giallorosso nelle ultime dieci stagioni. E alla fine il goal che continua a far sognare ai tifosi giallorossi un piazzamento Champions lo ha segnato proprio lui che, dopo il sigillo contro il Genoa, ha stabilito che quello sarebbe stato il suo ultimo goal in giallorosso: via la maglia, squalifica scontata e titoli di coda sulla sua avventura nella Capitale.

    Un'avventura che, al netto di qualche alto e basso, ha dimostrato che ancora una volta i numeri vanno letti con attenzione sì, ma non snaturati. E se il secondo miglior cannoniere dei club italiani viene bollato come "delusione", c'è qualcosa che sicuramente non va. 
     

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