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  • L'ultimo Klopp contro Guardiola in Premier League: storia e filosofia di una rivalità epocale

    L'ultimo Klopp contro Guardiola in Premier League: storia e filosofia di una rivalità epocale

    • Federico Targetti
    Una rivalità non è necessariamente una ostilità (Sigmund Freud)

    Non serve essere psicologi per accorgersi di quanto Jurgen Klopp e Pep Guardiola si vogliano bene. Come colleghi, come persone che riconoscono nell'altro una grandezza che non collide, ma amplifica l'altra. Alla fine, lo diciamo sotto voce ma nemmeno troppo, anche come amici. Da undici anni a questa parte i due si affrontano tra Germania (prima) e Inghilterra (poi). E chissà che in futuro il palcoscenico non si possa spostare altrove, magari in Italia. Sogniamo troppo? E' solo per colpa, o merito, di questi due geni del pallone, che stanno definendo un'epoca come altri illustri predecessori nel mondo dello sport. 

    TESTA A TESTA - Messi e Ronaldo sono la prima cosa che viene in mente ad un appassionato di calcio, ma la competizione abbraccia ogni tipo di disciplina: e allora come non pensare a Magic Johnson e Larry Bird nel basket, a Borg e McEnroe nel tennis, a Prost e Senna nella Formula 1, forse la rivalità che più di tutte somiglia a quella tra Klopp e Guardiola. Il rosso della Ferrari 1990-'91 di Alain Prost come il Red di cui si colora Anfield, l'estro contenuto nella semplice grandezza di Ayrton Senna come la sana e lucida locura del tecnico catalano che ha ideato il Barcellona più forte di sempre. E' stato proprio Klopp a riconoscere nel percorso dei due allenatori, in Premier dal 2015 e dal 2016, qualcosa di difficilmente inquadrabile in maniera fredda: "Il modo in cui le nostre due formazioni stanno rendendo da qualche stagione a questa parte è folle, non saprei quale altra definizione usare. Nello sport la rivalità migliora i contendenti, soprattutto nel lungo termine. La stessa cosa è successa nel tennis con Nadal e Federer". E se vi ricordate come Nadal ha salutato il ritiro del rivale, allora potete farvi un'idea di cosa sarà in ballo quest'oggi. 
    PENSIERI A CONFRONTO - Estetica vs Praticità, Individuo vs Squadra, Immaginazione vs Concretezza. Non è solo una sfida tra due squadre infarcite di campioni, ma un confronto tra idee, tra modi di vivere il calcio e quindi la vita. Da un lato tiki taka, il "passo e dunque sono" di ispirazione cartesiana che Guardiola ha evoluto da Messi fino a ripescare e riproporre tirato a lucido il WM dell'epoca ante-guerra, con Haaland che si è sostituito allo spazio nel ruolo di centravanti; dall'altro il gegenpressing, il panta rei ("tutto scorre") di Eraclito che Salah, Firmino e Mané, ma anche Robertson e Alexander-Arnold hanno sublimato partendo dall'esempio di Reus, Gotze e Lewandowski. E' un po' come se ci fosse in ballo tutta la filosofia del creato, quando si affrontano Manchester City e Liverpool. E questa sarà l'ultima volta. Almeno nel campionato inglese.

    LAST DANCE - Klopp, infatti, ha già annunciato il proprio addio alla fine della stagione, e il più toccato da questa decisione è stato proprio Guardiola, colui che più di tutti gli altri potrebbe beneficiare del passo indietro del rivale. Certo, ci sarebbe ancora un incrocio possibile in FA Cup, ma prima vanno superati i quarti di finale. Seneca diceva che per combattere bisogna essere in due a volerlo, e Klopp è arrivato alla conclusione di voler mettere un punto al capitolo inglese. Come ha reagito Pep? "Mi mancherà molto. Le notti prima di giocare a Liverpool erano un incubo. Sono rimasto scioccato dalla notizia, una parte del Manchester City penso perda qualcosa. Non possiamo parlare del nostro periodo senza parlare del Liverpool come avversario". Che poi è quello che ha detto McEnroe su Borg: "Se perdi il tuo più grande rivale, perdi anche parte di te stesso".

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