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  • Ma Conte è da Champions? Ecco cosa ne pensano Beccantini e Crosetti

    Ma Conte è da Champions? Ecco cosa ne pensano Beccantini e Crosetti

    Roberto Beccantini e Maurizio Crosetti, grandi firme unite dalla comune passione per la Juventus, commentano l'eliminazione dei bianconeri dalla Champions League. Da parte di entrambi, qualche critica nei confronti di Antonio Conte, per il quale, fra i tifosi della Juve, inizia a serpeggiare una domanda: è il migliore in Italia, ma è un tecnico da Champions? 

    Ecco cosa scrive Roberto Beccantini sul suo blog, beckisback.it

    Da Alessandro Calori a Wesley Sneijder, da Perugia a Istanbul, dal nubifragio alla tormenta di neve. Il destino sta ridendo a crepapelle. La Juventus gli ha dato una mano: e che mano. Non ci si riduce a giocarsi tutto alla roulette dell’ultimo quarto d’ora dell’ultima partita in casa dell’avversario. Non poteva che essere la tattica di Mancini, subentrato in corsa proprio a Torino. Non doveva essere quella di Conte.

    Ha pagato, la Juventus, l’1-1 di Copenaghen e il 2-2 casalingo con i turchi. Quando su sei partite ne vinci una, hai voglia di gridare al fato, all’episodio. Per quello che è affiorato anche all’arena del Galatasaray, l’Europa è proprio un’altra cosa. Il fango c’era per tutti, e il Gala doveva vincere, addirittura. Senza Pirlo, capisco un calo di geometrie, non di aggressività.

    Cvd: come volevasi dimostrare, come volevasi Drogba. Tra andata e ritorno, un gol e due assist di testa, compreso quello che ha armato il diagonale di Sneijder. Per tacere della paratona con la quale Buffon ne aveva smorzato un destro a colpo sicuro. Mi ha deluso Llorente: non ha azzeccato una sponda che è una.

    Tra ieri e oggi ricordo una mezza palla gol del navarro contro tre del Galatasaray. Tevez, in Champions, non segna dal 7 aprile 2009. Solo un caso? Continuano a convivere due Juventus: la «Draculessa» che vampirizza il campionato e la signorinella pallida che, all’estero, molti prendono a ceffoni. C’è poi il solito discorso del gioco, del 3-5-2, di un Conte al quale non si chiede di alzare la Champions ma almeno di non uscire subito. Inoltre: basta con ‘sta storia dei due settimi posti, basta.

    E così: Juventus in Europa League, la cui finale – ironia della sorte – avrà luogo a Torino, e Felipe Melo negli ottavi di Champions. Aveva ragione Buffon: i tifosi non fanno gol. Qualcun altro, sì.

    Ed ecco cosa scrive Maurizio Crosetti su Repubblica.it

    Proprio come a Perugia, tredici anni fa, quando la Juve affogò in una pozzanghera uno scudetto già vinto (stesso risultato finale, 0-1, gol fatale di Calori che mica era Sneijder), così in Turchia i bianconeri buttano via qualcosa di enorme. Colpa del maltempo, certo, e di Pogba che perde il pallone decisivo, colpa della tempesta ma anche colpa di un atteggiamento che neanche ai tempi del Trap: perché stavolta Conte ha badato solo a gestire il pareggio, e la Juve ha mostrato una tracotanza alla fine punita. Perché tutto era in bilico sul filo sottile dell'episodio, di un destino più scivoloso del ghiaccio. Tutto poteva essere compromesso per un  nonnulla, ed è andata proprio così.

    Non si può dire che i turchi abbiano rubato: era infatti già servito un miracolo di Buffon su Drogba (un altro di quei campioni che qualcuno vorrebbe prepensionare anzitempo, come fanno certe aziende che fingono di essere in crisi per mandare a casa le persone, lui come Sneijder), una vera prodezza per evitare il primo tracollo. Ma neppure se il portierone avesse avuto tre mani, avrebbe potuto acciuffare la palla spedita dall'olandese nell'angolino, a cinque minuti dalla fine. La fine in ogni senso.

    Il danno, per la Juve, è enorme, dal punto di vista economico, sportivo e morale. Perché era la Champions il vero sogno dei tifosi, forse un sogno proibito, ma molto più eccitante del solito scudetto che i bianconeri possono perdere solo per demeriti propri, vista la concorrenza italiana. Altro fascino possiede l'Europa, che l'anno scorso vide la Juventus resistere fino ai quarti, prima di essere eliminata dal Bayern. Ma un conto è arrendersi ai futuri campioni d'Europa, un altro è farsi mandare a casa da Felipe Melo.

    Tenendo conto che in questa sua sgangherata Champions, la Juve è riuscita a battere solo i danesi in casa, nessuno può dire che meritasse di andare avanti. Non è così che si torna tra i migliori del continente, non con una simile supponenza. La sicurezza di passare il turno, assoluta e senza dubbi, non era giustificata da quanto accaduto fino alla doppia notte di Istanbul. Dove, neve o non neve, è stata sconfitta la squadra peggiore. Anche se, in fondo, la Juventus resta in Europa: League. Con finale a Torino, meglio che un calcio tra i denti, appena meglio.


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