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  • Maccarone a CM: ‘Il calcio inglese è inarrivabile. Che duelli con Nesta e Maldini. Pioli e il Milan...'

    Maccarone a CM: ‘Il calcio inglese è inarrivabile. Che duelli con Nesta e Maldini. Pioli e il Milan...'

    • Ferdinando Gagliotti
    Il prossimo 6 settembre per Massimo Maccarone saranno 41 primavere, ma di appendere le scarpette al chiodo non ne vuole parlare per nessuna ragione. “Sono ancora un calciatore, poi a me le cose a metà non piacciono”: non avrebbe potuto fornire frase più emblematica per rivelare una parte fondamentale del suo carattere. Big Mac si è raccontato ai microfoni di Calciomercato.com tra la sua Carrarese, il Milan di Pioli, il calcio britannico, Josip Ilicic e tanto altro.

    Come sta trascorrendo la quarantena?
    “Un po’ come tutti, ne sto approfittando per stare con la famiglia. Cerco di allenarmi tre o quattro volte alla settimana, in attesa di conoscere le sorti di questa stagione. Gli allenamenti a casa contano comunque il giusto, una volta tornati in campo sarà tutta un’altra cosa”.
     
    A differenza della Serie A, per la vostra Serie C non esistono certezze né in tema di ripresa né di stipendi. Come vive questa situazione un calciatore di terza serie?
    “I ragazzi di Serie C non la stanno vivendo per nulla bene, gli stipendi non sono neanche lontanamente paragonabili tra le diverse categorie. Se deve essere tutelato qualcuno, dovrebbe trattarsi proprio di chi milita in terza serie come noi”.
     
    In questi giorni si stanno lanciando varie ipotesi per far ripartire il campionato: è davvero possibile ridurre al minimo i rischi?
    “Se i rischi dovessero essere ridotti del 90%, non si dovrebbe temere di tornare in campo. Chiaramente bisogna mettere al primo posto la nostra salute e quella delle persone che ci sono intorno. Se siamo isolati, di rischi ne corriamo certamente in minor numero, ma è molto difficile tenere tutti lontani, persino in ritiro. Devi restare isolato anche da chi ti fornisce il cibo e dagli addetti alle pulizie. Non è facile, ma se si dovesse optare per questa decisione, a me andrebbe bene”.
     
    Prima dello stop la sua Carrarese stava andando molto bene: obiettivo promozione concreto?
    “Prima della pausa forzata eravamo al secondo posto e senza dubbio avremmo potuto continuare fino in fondo, avevamo tutte le carte in regola per farlo. Se adesso scegliessero di far disputare soltanto i playoff sarebbe un buon vantaggio per noi, ma molto meno per le altre squadre in lotta”.
     
    Tanti anni trascorsi nelle giovanili del Milan, oggi per i rossoneri si prospetta una rivoluzione: da chi dovrebbero ripartire? Giusto riconfermare Pioli?
    “Dipende da quali sono i piani della società. Se ha fiducia nell’allenatore bene, ma non si può volere tutto da Pioli. Secondo me per far bene ci vuole un insieme di cose: allenatore, giocatore e una buona organizzazione che porti avanti un piano negli anni. Non credo che in una sola stagione puoi costruire qualcosa di solido, ci vuole un progetto vero”.
     
    A giugno 2001 il ritorno al Milan è sembrato ad un passo, ma poi l’affare è sfumato.
    “Quando ne sono venuto a conoscenza non ho vissuto un bel momento. Il Milan mi aveva cresciuto, ho fatto il raccattapalle a San Siro e per due anni mi sono allenato con i “grandi” collezionando anche diverse panchine, per me sarebbe stato un onore giocare per i rossoneri. Poi ho trovato Empoli, una realtà molto diversa ma nella quale sono riuscito a togliermi tante soddisfazioni”.
     
    A proposito di Empoli: oggi i toscani sono ancora tra le favorite per tornare in A e magari restarci?
    “L’Empoli ha certamente le potenzialità e le capacità per poter tornare in Serie A. Per stare in massima serie ci vuole un progetto che l’Empoli, in questi anni, ha dimostrato di saper costruire e portare avanti. Ha lanciato tanti giovani nelle ultime stagioni, oggi non vedo perché non possano provare a risalire”.
     
    L’esperienza inglese con il Middlesbrough: che ricordi conserva? Pensa che un giorno il nostro calcio possa arrivare ai livelli di quello inglese?
    “In Inghilterra ho vissuto alti e bassi, ma conservo splendidi ricordi. Giocare in Premier League è stato un grande piacere per me, c’è un motivo se si tratta del campionato più seguito al mondo. E’ una realtà del tutto diversa dalla nostra, mi ha rinforzato molto a livello caratteriale. Non credo che un giorno la nostra Serie A possa arrivare a quei livelli, abbiamo una mentalità troppo diversa dalla loro. Sarebbe davvero dura provare a raggiungerli”.
     
    Recentemente ha parlato molto bene di Josip Ilicic: oggi è fondamentale per l’Atalanta, ma merita di meglio?
    In una big lo vedrei bene, ma molto dipende da lui, da come riuscirebbe a gestire e a reggere una grande realtà. La differenza tra un giocatore medio ed uno forte è proprio questa, nel riuscire a gestire il salto di qualità. Conoscendolo dai tempi del Palermo, credo che abbia le potenzialità per giocare in un top club, anche a livello caratteriale”.
     
    Una vita intera nei panni dell’attaccante: chi è il difensore più tosto mai affrontato?
    “Ce ne sono tanti, mi vengono in mente Maldini e Nesta. Loro sono stati i difensori più duri che io abbia mai affrontato”.
     
    Progetti futuri, dopo il ritiro?
    “Per ora non ci penso, sono ancora concentrato nel mio ruolo di giocatore. Poi a me le cose a metà non piacciono, una volta terminata la stagione deciderò cosa fare”.

    @ferdinandogagl3
     

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