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Macquarie Bank -1: il Canguro Vampiro che scala la finanza del calcio lucrando sui crediti della Premier

Macquarie Bank -1: il Canguro Vampiro che scala la finanza del calcio lucrando sui crediti della Premier

  • Pippo Russo
    Pippo Russo
In Inghilterra è stata ribattezzata 'Vampire Kangaroo'. Un nomignolo poco commendevole, quello di 'Canguro Vampiro', che però gli australiani di Macquarie Bank si sono guadagnati sul campo in virtù di un modo spregiudicato d'interpretare il ruolo della banca d'investimento (QUI). Si tratta anche di un'etichetta meritata? Punti di vista che variano a seconda dei personali convincimenti sul rapporto fra etica e affari. E lasciando tra parentesi gli incidenti di percorso avvenuti in giro per l'Europa (QUI e QUI) rimane il fatto che, al di là del disprezzo palesato, gli inglesi si rivolgano sempre più spesso ai servizi di Macquarie.

Soprattutto i club calcistici,
che in Inghilterra si trovano in una condizione paradossale: sono sempre più ricchi e al tempo stesso sempre meno capaci di contenere le spese. Sacrificano i crediti a medio termine per finanziare la spesa corrente, dunque li mettono subito all'incasso a costo di perderci e contando sul fatto che tanto dell'altra ricchezza arriverà. Come se la vena d'oro dovesse durare all'infinito. Una spirale della dissipazione che prima o poi dovrà pur arrestarsi ma intanto trova dei sicuri vincitori: i grandi soggetti del mondo creditizio, che comprano gli incassi futuri (e garantiti) in cambio di un versamento pronto ma di entità inferiore. Uno spreco di risorse che una volta di più fa rimarcare quanto fragile sia il modello economico della Premier League. E quanto esposto esso sia al rischio che la crescita si arresti.
 
LA MACQUARIE LEAGUE - Ma in cosa consistono i crediti che i club vendono agli attori del credito in cambio di denaro immediato? In linea generale si tratta di due distinte poste: i diritti televisivi e gli incassi da trasferimenti di calciatori. Ma c'è anche chi impegna l'eventuale paracadute da retrocessione e chi dà in pegno asset strategici come lo stadio. Qualsiasi cosa, pur di tacitare l'appetito di una macchina che brucia denaro a una velocità maggiore di quanta ne serva a produrlo.

E in questo contesto di spesa impazzita i signori di Macquarie Bank hanno avviato una scalata silenziosa ma costante al controllo del calcio inglese attraverso la leva del factoring. Lo Sport & Entertainment Structured Finance guidato da Jerry Korczak (QUI) ha steso una rete che progressivamente ha portato 11 club inglesi, distribuiti oggi fra Premier League e Football League Championship, ad affidarsi alla banca d'investimento australiana. In ordine alfabetico i nomi che compongono questa Macquarie League sono i seguenti: Bournemouth, Crystal Palace, Hull City, Leicester City, Middlesbrough, Sheffield United, Southampton, Swansea, Watford, West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers.

E se si considera che la somma dei club della Premier e della Championship è 44, ecco che Macquarie risulta lavorare o aver lavorato con un quarto della lista. Ciò che fa della banca d'investimento australiana il secondo soggetto del credito dietro Barclays Bank a pattugliare questo segmento della finanza calcistica inglese.

Come si diceva, è stata una crescita lenta e costante. Avviata nel 2016 col Southampton, che quando c'è da credere crediti a un soggetto purchessia è società di bocca buona. Per dire, prima di rivolgersi a Macquarie lavora con Vibrac, una chiacchieratissima finanziaria con sede legale nelle Isole Vergini Britanniche. I Saints non sono i soli, in Premier League, a avvalersi dei servizi di Vibrac. Ma quando la Premier League mette al bando i rapporti fra i propri club e le finanziarie offshore (QUI), ecco che la società biancorossa trova un sostituto in Macquarie.

Come si apprende dai dati presenti sul sito di Companies House UK, fra novembre 2016 e luglio 2019 i Saints sottoscrivono con la banca australiana quattro accordi garantiti dai fondi centralizzati della Premier. Cioè dai diritti televisivi. Per dare un'idea della corsa a bruciarsi il futuro basta citare i dati del primo e dell'ultimo accordo: il primo, ratificato il 4 novembre 2016, impegna i diritti televisivi delle stagioni 2016-17 e 2017-18; l'ultimo, ratificato il 19 luglio 2019, impegna i diritti televisivi delle stagioni 2019-20 e 2020-21.

Nel 2017 altri 3 club si aggiungono alla lista dei clienti Macquarie: Hull City, Middlesbrough e Watford. Di Middlesbrough e Watford parleremo nella prossima puntata di questa inchiesta, per motivi che spiegheremo in conclusione dell'articolo. Quanto allo Hull City, il club sottoscrive in data 6 gennaio 2017 un accordo che lo porta a impegnare i fondi centralizzati della Premier per le stagioni 2016-17 e 2017-18 o parachute payment in caso di retrocessione. Eventualità, quest'ultima, che si verifica al termine della stagione 2016-17.
 

 
Nel 2018 si aggiungono alla lista due dei clienti più assidui: Leicester City e Swansea City. I dati presenti su Companies House raccontano che il Leicester vara ben sei accordi con Macquarie. E il primo fra questi, datato 26 ottobre 2018, riguarda la cessione dei crediti per la cessione di Riyad Mahrez al Manchester City avvenuta pochi mesi prima. Le Foxes cedono le due rate di credito da 18 milioni di sterline ciascuna con scadenze 31 luglio 2019 e 31 luglio 2020. Quanto percepisce il Leicester da Macquarie in cambio di questi 36 milioni di sterline? Speriamo di saperlo quando verranno pubblicati i conti annuali al 31 maggio 2019.
 

 
Gli accordi successivi riguardano la cessione dei fondi centralizzati, dunque i diritti televisivi. L'ultimo viene varato in data 13 gennaio 2020. Fino a settembre 2021 è tutto appannaggio della banca d'investimento australiana.

Quanto allo Swansea, il club gallese firma con Macquarie tre accordi fra agosto e settembre 2018 e riguardano crediti da calciomercato. Due accordi portano la data del 24 agosto 2018 e sono relativi alle cessioni di Roque Mesa al Siviglia e di Lukasz Fabianski al West Ham. Relativamente a Roque Mesa, lo Swansea cede i due crediti da 1,5 milioni di euro ciascuno con scadenze 15 gennaio 2019 e 5 luglio 2019. Quanto a Fabianski, si tratta di due rate da 1.533.473,68 sterline ciascuna con scadenze 31 luglio 2019 e 31 luglio 2020. Il terzo accordo porta la data del 14 settembre 2018 e riguarda la cessione di Alfie Robert John Mawson. In questo caso i conti sono un po' più complicati perché c'è da saldare alcune pendenze col Barnsley, il precedente club del calciatore. Dunque lo Swansea cede a Macquarie le due rate con scadenze 8 agosto 2019 e 8 agosto 2020, entrambe da 5 milioni di sterline ma ridotte a 4,5 milioni ciascuna.

“dettaglio dell'accordo per la cessione dei crediti su Mawson"
 

IL SALTO DEL 2019 - Da un anno all'altro la clientela calcistica di Macquarie aumenta non soltanto in termini numerici ma anche per ritmo di crescita. Il 2019 è infatti l'anno in cui arrivano ben cinque nuovi clienti.

La lista viene aperta dal Bournemouth, che il 30 agosto 2019 vara due accordi per la cessione dei crediti relativi ai trasferimenti di Tyrone Mings all'Aston Villa (due rate da 6 milioni di sterline ciascuna con scadenze 7 agosto 2020 e 7 agosto 2021) e di Lys Emilien Mousset allo Sheffield United (una rata da 4 milioni di sterline con scadenza 31 luglio 2020).

Pochi giorni dopo, 13 settembre 2019, tocca ai Wolverhampton Wanderers. Che sotto l'impulso di Jorge Mendes spendono e spandono denari, ma poi si ritrovano a chiedere pronta cassa a Macquarie ben 50 milioni di sterline. In cambio vengono impegnati i diritti televisivi, ma uno degli accordi firmati fa riferimento alle strutture del club compreso lo stadio Molineaux.
 



In data 11 ottobre 2019 è il turno dello Sheffield United, che appena tornato in Premier entra immediatamente nella rete di Macquarie. I Blades cedono i diritti televisivi fino a novembre 2020 e si trovano in una posizione che dà misura di quanto la banca d'affari australiana abbia assunto una posizione di egemonia. Come detto in precedenza, la società biancorossa deve stornare a Macquarie il proprio debito verso il Bournemouth per l'acquisizione di Mousset, ma al tempo stesso riceve denaro dagli australiani per anticipazione dei crediti sui diritti televisivi. E questo intreccio di dare e avere può generare condizioni di scarsa trasparenza nel rapporto fra banca e società di calcio. La Premier League non trova sia un fattore di rischio? Tale situazione si ripete col Watford, società di cui si parlerà la prossima volta.

Il 21 ottobre 2019 è il momento del Crystal Palace, che cede a Macquarie parte del credito per la cessione di Aaron Wan-Bissaka al Manchester United. Si tratta di ben 22,5 milioni si sterline, rata in scadenza il 1° luglio 2020.
 


E infine, il 6 dicembre 2019, si unisce alla combriccola anche il West Bromwich Albion. I Baggies cedono a Macquarie la rata da 2.395.300 sterline, con scadenza 1° settembre 2021, per la cessione di Craig Dawson al Watford.
 


Denaro, tanto denaro che in somme e tempi diversi viene alienato dal mondo del calcio in cambio di somme inferiori e tempi più pressanti. Una macchina ormai fuori sfuggita di mano, che dietro i lustrini dell'etichetta da NBA del calcio nasconde la perdita di controllo sui ritmi fisiologici di crescita. Ma sarebbe un errore pensare che si stia parlando di un caso soltanto inglese. Perché Macquarie ha condotto operazioni che riguardano anche società calcistiche italiane. Se ne parlerà la prossima volta, quando riprendendo le vicende di Middlesbrough e Watford si scoprirà qualche dettaglio interessante. Con una pista ben battuta che porta verso Genova, sponda blucerchiata.

PS #freeruipinto

(1. continua)
 

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