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  • Maldini e Marotta senza scuse, che errori imperdonabili con Donnarumma e Skriniar!

    Maldini e Marotta senza scuse, che errori imperdonabili con Donnarumma e Skriniar!

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Come Donnarumma e Kessie, senza dimenticare Perisic. Ora tocca a Skriniar. C’era una volta la Milano da bere, c’era una volta la grande Milano del calcio, capace di portare lustro non solo alla propria città ma ad un movimento intero. Oggi Milan e Inter sono soltanto due rappresentanti di un Paese economicamente in profonda sofferenza, ma incapace anche per limiti strutturali e burocratici - tutta farina del proprio sacco - di competere alla pari con le grandi realtà oltre confine. Due nobili decadute nel grande salotto del calcio europeo, costrette a perdere a parametro zero alcuni dei calciatori più importanti dei rispettivi cicli recenti. Il tempo dei Moratti e dei Berlusconi è finito da un pezzo, ma che tristezza vedere precipitare così in basso due società con nessun eguale nel Vecchio Continente: perché nessun altro Paese può vantare due squadre della stessa città capaci di portare in dote qualcosa come 10 Coppe dei Campioni/Champions League.

    Sono cambiati i tempi, sono profondamente mutati gli equilibri geo-politici e soprattutto finanziari e oggi il nostro è un calcio di periferia. Un calcio che non può permettersi di corrispondere determinati ingaggi e che, nella migliore e più logica delle ipotesi, è condannata a perdere i propri migliori giocatori confidando nell’ipotesi di monetizzare al meglio queste dolorose rinunce. Il player trading, che l’Inter ha già sperimentato a più riprese in questa fase sempre più decadente della presidenza Zhang, diventa una scelta obbligata per provare a mantenere un passo accettabile e non uscire del tutto dalla cartine geografiche. La perdita di certi campioni senza incassare nemmeno un euro diventa oggi un danno troppo importante per le casse sempre più disastrate dei club di casa nostra, oltre che un danno di immagine irrimediabile.

    Che Milan e Inter possano vedere trasferirsi all’estero il portiere della Nazionale campione d’Europa - nonché miglior giocatore di Euro 2020 - e un centrocampista rivelatosi determinante per la conquista dell’ultimo scudetto o due fuoriserie come Perisic e Skriniar senza battere ciglio, ma soprattutto senza passare all’incasso, è francamente inaccettabile. Perché dietro a questi casi specifici ci sono anche delle gestioni quanto meno discutibili dei dirigenti chiamati a far quadrare i conti sia dal punto di vista finanziario che sportivo, mantenendo più o meno intatta la competitività tecnica delle rispettive squadre. Se Donnarumma e Kessie da una parte e Perisic e Skriniar dall’altra sono oggi lo specchio di una Milano del calcio non più da bere, ma palesemente bevuta, anche Maldini e Marotta - che hanno preferito prolungare all'infinito, con pochissimi margini di riuscita, le trattative per provare ad ottenere i rinnovi di contratto -  qualcosa hanno sbagliato. Forse anche più di qualcosa.
     

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