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  • Marotta-Barone, racconti di rissa sfiorata. Attimi tesi al Franchi, ma tutto nasce in Lega

    Marotta-Barone, racconti di rissa sfiorata. Attimi tesi al Franchi, ma tutto nasce in Lega

    • Pasquale Guarro
    Vecchi rancori che emergono e deflagrano, annientando il buoncostume e le maschere che certe cariche imporrebbero. Al Franchi, Beppe Marotta e Joe Barone hanno sfiorato la rissa, l’ancestrale risoluzione dei conti in cui la ragione viene attribuita al più forte. Non per via democratica, s’intende. La miccia si è accesa in tribuna, il 4-3 di Mkhitaryan ha rotto gli argini e generato reazioni opposte: la dirigenza nerazzurra è balzata in piedi, quella viola è sprofondata nella disperazione, ma solo pochi secondi. Il tempo che il tormento lasciasse tempo agli insulti, quelli rivolti a Marotta e soci. Improperi che hanno trovato accoglimento e replica, reazione opposta e contraria. Il prequel del film a due trame che i protagonisti hanno girato subito dopo nella pancia del Franchi. 

    Un doppio finale, a seconda delle versioni. C’è quella nerazzurra, che racconta di un Commiso fuori di sé che prende a pugni la porta dello spogliatoio interista, con la dirigenza nerazzurra che allerta addirittura la Digos. E c’è quella viola, che spiega come la porta (chiusa) presa a pugni conducesse in realtà in una zona comune ai due club, ma apribile solo dal lato interno, con il presidente viola che, dal lato esterno, cercava di richiamare l’attenzione di qualche addetto. Ma qualche presente non si ferma a queste due avvincenti storie, c’è chi racconta di un faccia a faccia molto acceso tra Marotta e Barone, un confronto non degenerato solo grazie alla prontezza di chi è intervenuto per evitare il peggio.

    Antipatie che partono da lontano, da quelle accuse viola che avevano innescato la reazione di Marotta: “Qui ci sono club che non rispettano le scadenze e con i soldi risparmiati fanno il mercato”, aveva polemicamente affermato Barone nel corso di numerosi eventi. Una stoccata violenta che stimolò l’immediata reazione dell’ad nerazzurro: “Basta diffamare l’Inter, siamo in regola. Non voglio più sentire l’Inter chiamata in causa per queste cose”, rispose Marotta, prendendo parola in Assemblea di Lega, di fronte all’intera platea convocata, e minacciando anche azioni legali contro il club viola qualora Commisso e Barone avessero nuovamente parlato di scudetti vinti a fronte di pagamenti e stipendi rimandati. 

    Il rapporto tra i due club si è incrinato in quel momento, tra Marotta e Barone non c’è mai stata tregua. Ecco perché per il dirigente Viola, messo sotto accusa dai suoi stessi tifosi per la gestione del club e del mercato, non deve essere stato semplice assistere ai festeggiamenti di Marotta e Zhang in casa sua. Per giunta a seguito di un arbitraggio discutibile, che di fatto ha amplificato le frustrazioni del dirigente “toscano, che a fine gara avrebbe provato a farsi giustizia. Da Firenze negano tutto, da Milano invece no. Chissà la prossima assemblea di Lega

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