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  • Matricole, meteore e recordman storici: Milan, quando il secondo portiere diventa protagonista

    Matricole, meteore e recordman storici: Milan, quando il secondo portiere diventa protagonista

    • Federico Targetti
    Il fisico di Mike Maignan non sta dando le risposte sperate allo staff tecnico del Milan: molto probabilmente, contro la Salernitana, prima avversaria del nuovo anno alla ripresa del campionato, i pali rossoneri inquadreranno ancora la figura di Ciprian Tatarusanu, il secondo portiere rossonero. Una soluzione adottata anche lo scorso anno quando se n’è presentata la necessità, tuttavia adesso lo stop di Maignan comincia ad essere di entità notevole, e anche per questo la dirigenza del Diavolo sta valutando l’idea di anticipare l’arrivo dall’Atalanta di Marco Sportiello, a sua volta secondo di Musso a Bergamo. Questo intreccio ci dà lo spunto per ripercorrere la storia recente dei numeri 12 del Milan, ricca di personaggi più o meno memorabili che hanno avuto l’occasione di salire in cattedra a causa dell’indisponibilità o del rendimento al di sotto delle aspettative da parte del titolare designato.
     
    ROSSI... E NERI – Cinque scudetti (tre consecutivi dal 1992 al 1994, e poi altri due nel 1996 e 1999), una Champions League (1994), una Supercoppa UEFA (1994) e tre Supercoppe di Lega consecutive (dal 1992 al 1994). Sebastiano Rossi, il grande protagonista degli anni Novanta rossoneri e detentore del record ventennale di imbattibilità in campionato, battuto solo da Gigi Buffon, ha mantenuto la porta del Milan in ben tre occasioni dopo essere stato inizialmente relegato ad alternativa. 1996-97, 97-98 e 98-99, per questi tre anni di fila il Diavolo aveva altri piani, ma ha sempre ripiegato sulla seconda scelta Rossi. Prima ne fece le spese il giovane Angelo Pagotto, sopravanzato dopo poche partite; poi, l’anno dopo, fu il turno di Massimo Taibi, titolare per tutto il girone d’andata ma riserva per la seconda parte di campionato. Infine Jens Lehmann, che durò anche meno di Pagotto, ma che in quel 98-99 fu testimone di un ulteriore avvicendamento.
     
    ABBIATI FEDE – Accade che il 17 gennaio 1999, durante Milan-Perugia 2-1, nel finale Rossi subisce gol su rigore da Nakata e nel tentativo di ostacolare Bucchi che era corso a riprendere il pallone, gli sferra un pugno, rimediando un’espulsione e cinque giornate di squalifica. Ma niente Lehmann: toccò a un ancora sconosciuto Christian Abbiati, che nelle gare successive convinse a tal punto da conquistarsi la conferma definitiva e mantenere i gradi di titolare fino alla stagione 2002-2003, quando un infortunio all’anca durante il preliminare di Champions contro lo Slovan Liberec lo costrinse a lasciare il campo a Dida. Abbiati, da secondo che era diventato, si distinse comunque con un salvataggio su Kallon nella semifinale contro l’Inter. Il resto, per il portierone brasiliano, è storia, ma anche lui ha dovuto arrendersi a qualche noia fisica, e in quel caso il Milan non è stato altrettanto fortunato.
     
    SE NON CRESCE, KALAC – Zeljko Kalac arriva nel 2005-2006 come secondo di Dida, che nella stagione successiva si infortuna in Grecia sul campo dell’AEK Atene e gli lascia i guantoni per due mesi di fila, giocati in maniera non sensazionale. All’inizio di gennaio, si infortuna anche Kalac, e il Milan dispone l’arrivo di Marco Storari per non trovarsi scoperto fino al rientro di Dida, in maniera estremamente simile a quello che sta pensando di fare la dirigenza attuale una volta accertate le condizioni di Maignan. Kalac ha poi goduto di fiducia anche nella stagione 2007-2008, per via di un altro infortunio del più quotato collega, guadagnandosi il rinnovo fino al 2010, senza tuttavia arrivare a scadenza a causa dello scarso impiego. La rescissione consensuale è arrivata nel 2009.

    TATA NON E' ABBASTANZA - L'anno scorso il rigore parato da Tatarusanu a Lautaro nel derby d'andata, con Maignan indisponibile, si è rivelato fondamentale nell'economia del campionato, anche al netto della papera sul gol iniziale di Duncan nella sconfitta contro la Fiorentina, più corposa ai punti rispetto al 4-3 finale. Anche nella stagione corrente il secondo rumeno è stato chiamato in causa, senza esaltarsi particolarmente (anzi, facendo storcere il naso in un paio di occasioni, tipo contro il Monza sul gol della bandiera brianzolo), fino all'operazione agli occhi alla quale si è sottoposto all'inizio della sosta per i Mondiali. "Migliora la reattività", assicura Ciprian, ma a Maldini e Massara questo rischia di non bastare.

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