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  • Mbappé esisteva già, ma non era il suo momento: la storia di Just Fontaine

    Mbappé esisteva già, ma non era il suo momento: la storia di Just Fontaine

    • Federico Targetti
    "Il migliore. Punto". Basterebbero queste tre parole pronunciate da nientepopodimeno che Pelé per capire che giocatore fosse Just Fontaine, morto oggi all'età di 89 anni. Certo, all'epoca Pelé non aveva ancora visto Maradona, ma una dichiarazione del genere rende l'idea di che razza di attaccante sia stato "Justo", chiamato così per via del suo lignaggio: padre normanno trasferito in Marocco per lavoro, madre di origini spagnole. Un attaccante dalle medie realizzative spaventose, soprattutto nel biennio 1957-59. 

    MAROCCHINO DI FRANCIA - Fontaine nasce in Marocco nel 1933, e già a 19 anni, dopo essersi fatto notare nel Casablanca con all'incirca un gol a partita, affronta con la maglia dei Leoni dell'Atlante la squadra B della Francia: è il giorno di Natale del 1952, il Marocco perde 3-0, ma Just viene notato dal Nizza che lo porta in Europa. Nel 1953 esordisce con l'Under 21 francese e segna tre reti al Lussemburgo, quindi arriva la leva militare e la Nazionale va in stand-by per due anni e mezzo. Salta i Mondiali del 1954, anno in cui il Nizza vince la Coppa di Francia, poi nel 1956 arriva pure il titolo francese. Lo Stade Reims, all'epoca club tra i più blasonati del Paese, lo sceglie per sostituire Raymond Kopa appena ceduto al Real Madrid. E' l'inizio del biennio magico. 

    MITO INCOMPLETO - Con il Reims fa 34 gol nel campionato 1957-58, si laurea campione di Francia per la seconda volta e fa doppietta alzando anche la Coppa (totale 39 gol in 32 partite). Impossibile ignorarlo, la Francia lo chiama per i successivi Mondiali in Svezia, dove è titolare solo grazie all'infortunio di Thadée Cisowski. In campo assieme a Kopa, Fontaine segna 3 gol al Paraguay, 2 alla Jugoslavia, 1 alla Scozia nel girone; 2 all'Irlanda del Nord ai quarti, 1 al Brasile di Pelé che vince la semifinale e addirittura 4 alla Germania Ovest nella finale per il terzo posto. Totale: 13 in 6 partite, record ancora oggi imbattuto e migliore media gol di sempre ai Mondiali davanti di qualche decimale all'ungherese Sandor Kocsis, 11 in 5 match quattro anni prima. Pallone d'Oro e Scarpa d'Oro ancora non esistono, riceve solo una carabina come premio simbolico, lui che ama la pesca. Meglio che nulla... Nonostante la sconfitta per mano di O Rei, Fontaine prosegue nel suo momento magico e mette assieme con i Bleus 8 partite di fila a segno, proprio come Osimhen in questo momento in Serie A. E con il Reims continua a fare centro: altri 24 gol in campionato nell'anno successivo, e la Coppa dei Campioni lo vede capocannoniere con 10 gol in 7 partite, l'ultima delle quali la finale persa 2-0 contro il Real Madrid. Sì, proprio la squadra di Kopa. Fontaine ha 26 anni e ha tempo per riprovare a vincere qualcosa in campo internazionale, ma due gravi infortuni gli fanno saltare gli Europei del '60 e gran parte delle qualificazioni ai Mondiali del 1962. Si ritira dal calcio giocato a soli 29 anni, alla fine della stagione 1961-62, con all'attivo qualcosa come 227 gol in 256 partite.

    NO AL REAL, COME MBAPPE' - Fontaine poi è diventato allenatore, guidando il Psg, il Tolosa, la Francia (anche se solo per due partite amichevoli) e il "suo Marocco", ha fondato l'Unión Nacional de Futbolistas Profesionales (UNFP), il sindacato dei calciatori in Francia, ed è stato una personalità sempre attiva e riconosciuta a livello internazionale fino alla sua morte. Ma c'è un episodio nella sua carriera, oltre chiaramente alle medie da urlo (in Nazionale 30 gol in 21 apparizioni) e all'origine africana, che lo accomuna a Kylian Mbappé: nel corso dei due anni che vi abbiamo appena raccontato, il Barcellona e soprattutto il Real Madrid si sono mosse per acquistarlo. La possibilità di riformare il tandem Kopa-Fontaine che animava la Francia era ghiottissima. Ma il Reims, così come il Psg con Mbappé l'estate scorsa, fece un'offerta faraonica (per le cifre di allora) e riuscì a trattenere il suo campione. Con un po' di fortuna in più e una leva militare e qualche infortunio in meno, le imprese dell'attuale numero 7 del Paris avrebbero potuto essere già state compiute più di 60 anni prima. Evidentemente, non era ancora il momento giusto... 

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