Szczesny l'ha rifatto, rigore parato anche a Messi: i segreti dello specialista della Juve

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Nella Polonia di Zielinski e Lewandowski, a fare la differenza è ancora una volta Wojciech Szczęsny. Sempre più leader e certezza della Juve ma anche della sua nazionale. E se il Mondiale per la squadra di Michniewicz ha ancora un senso, il merito è proprio del portiere polacco che prima contro l'Arabia ha salvato tutto intuendo il rigore calciato da Al Dawsari e deviando con un intervento ancora più miracoloso il tiro di Al Breik. Poi, stasera, contro l'Argentina, si è ripetuto sul migliore di tutti, Leo Messi, neutralizzando un rigore a dire la verità dubbio da lui stesso provocato. La Polonia è qualificata come seconda anche e soprattutto grazie ai miracoli del suo numero 1.NULLA PER CASO - "Avevamo studiato e analizzato i rigoristi del Milan con il nostro preparatore ed è un lavoro che ha dato i suoi frutti", così Szczesny commentava il rigore parato a Niang quando ancora giocava a Roma. Ma non è l'unica dichiarazione del portiere in merito allo studio di questo fondamentale: "L’analisi dei rigoristi è molto importante, col mio preparatore della Juventus Claudio Filippi prima del match facciamo mezz’ora di analisi degli avversari e sui rigoristi". Oltre allo studio e alla capacità innata, anche un pizzico di furbizia. Sul rigore parato a Al Dawsari, quel piede, posizionato appena fuori dalla riga di porta. Sul penalty di Messi, un balzo felino sulla sua sinistra a calamitare il pallone e respingerlo. Centimetri, forse millimetri difficilmente percettibili ma che possono insieme a tutti gli altri dettagli, fare la differenza. In carriera sono 26 su 86 i rigori parati, quasi uno su tre, difficile fare meglio.
L'IMPORTANZA DELLA MEDITAZIONE - La meditazione, fattore chiave nella vita di Szczesny e che come lui stesso ricorda, condiziona in positivo anche ciò che succede in campo: “I miei esercizi servono a pensare sempre al presente, la testa deve essere sgombra da ciò che è successo e ciò che succederà: solo così puoi fare 90 minuti al top." C'è anche questo dietro la crescita continua del Polacco, forse troppo sottovalutato in passato. Meditazione, analisi dei dettagli e la forza di chi da ragazzo si ruppe le braccia ma decise ugualmente di usarle per diventare uno dei portieri più forti al mondo.
Utente io immagino invece che tu non sappia neanche comprendere un testo scritto ahahahahahhahahahahaha esattamente il contrario di come l’hai interpretato tu! Complimentoni fenomeno!
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