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Mendes vuole guadagnare con il mercato del Milan, Maldini non lo utilizzi 'alla Mirabelli'

Mendes vuole guadagnare con il mercato del Milan, Maldini non lo utilizzi 'alla Mirabelli'

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
Il fantomatico arrivo di Correa e la fantomatica cessione di Andre Silva: sono queste le due notizie che caratterizzano il mercato del Milan in questi giorni a ridosso del Ferragosto. Due notizie che girano da oltre un mese e due operazioni strettamente collegate che avrebbero dovuto chiudersi già da qualche tempo. La sensazione è che, al di la delle questioni economiche, si faranno entrambe e, come ho già avuto modo di scrivere, a guadagnarci sarà sicuramente il Milan oltre al grande regista dell’incrocio di mercato, naturalmente Jorge Mendes, protagonista di una vasta fetta del mercato rossonero di quest’estate. Eppure c’è ancora chi ci vuole convincere, ma soprattutto che vuole convincere i tifosi rossoneri che non ci sia il potentissimo procuratore portoghese a tirare le fila del mercato rossonero. Non diciamo che ci sia qualcosa di male per carità, anzi Jorge Mendes, come Mino Raiola del resto, se “utilizzato” nel modo giusto può far fare ottimi affari alle società con cui lavora. Sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista economico. Lui ci vuol guadagnare, tanto e sempre. Ma con Boban e Maldini siamo sicuri che ci può guadagnare tanto anche il Milan. E sicuramente loro non “utilizzeranno” le operazioni di Jorge Mendes per fini personali, ma con l’obiettivo di fare il bene del Milan. Servirsi di Jorge Mendes non è di per se’ un errore, anzi. L’errore è servirsene “alla Mirabelli” cioè comprando un modestissimo attaccante senza background e senza prospettive per fargli fare il titolare nel Milan. Per giunta strapagandolo e dandogli un ingaggio principesco, che nemmeno il club del Principato può permettersi. L’errore è casomai di chi vuol convincere i tifosi che Jorge Mendes non c’entra nulla con il mercato del Milan. E se qualcuno insinua il contrario è un dilettante, un disinformato o un incompetente. O un milanista impuro. Una tattica denigratoria che già ben conosciamo, la stessa utilizzata per delegittimare chi dubitava di Mister Bee, chi provava a smascherare il “cinese” Li, i suoi affari e le sue origini, chi attaccava Fassone, chi criticava Mirabelli per come erano stati spesi 250 milioni in pochi giorni, chi non voleva “capitan” Bonucci e chi bollava da subito Silva come un “bluff”. Per fortuna prima erano molti di più i tifosi disposti a farsi prendere in giro. In molti hanno iniziato a capire che sono meglio i dilettanti dell’informazione che i professionisti delle prese in giro.

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