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  • Menez si racconta: 'In allenamento ero forte come Kakà. Totti un fratello maggiore. Su Spalletti e Ranieri...'

    Menez si racconta: 'In allenamento ero forte come Kakà. Totti un fratello maggiore. Su Spalletti e Ranieri...'

    Jeremy Menez, ex attaccante tra le altre di Milan e Roma, ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Negli allenamenti dicevano che ero forte come Kakà, poi in partita avevo qualche pausa. Ero giovane, ma non ho mai sentito la pressione. Questa parola non mi rappresenta”. 

    IL MIGLIOR MENEZ - "Al Psg e al Milan, stagione 2014-15. Segnai 16 gol da centravanti, un ruolo che non avevo mai fatto. Solo da ragazzino, dribblando criminalità e pistole. Fu un’idea di Inzaghi. Peccato per l’annata storta, ma la colpa non fu solo di Pippo”. 

    SULLA SERIE A - “Si la seguo, soprattutto Milan e Roma. Pastore è un amico. Talento puro. Peccato per gli infortuni, ma se sta bene è una garanzia. Poi voglio mandare un abbraccio a Mihajlovic, tornerà più forte di prima”. 

    SU IBRAHIMOVIC - "Il Milan lo dovrebbe confermare, certo, gli avversari lo temono. Resta un fenomeno anche a 38 anni”.

    GLI ANNI ALLA ROMA - "Luciano (Spalletti, ndr) era una bella persona. A volte mi sgridava, voleva farmi crescere. Sia lui che Ranieri sono stati due secondi padri. Mi guardavano con un occhio di riguardo. Nel 2010, poi, sfiorammo lo scudetto, non capisco ancora il perché di quella sconfitta con la Samp. A Roma non ho vinto niente, ma ho vissuto tre anni pieni di passione. Con grandi compagni, primo fra tutti Totti, un fratello maggiore. In campo ci intendevamo a occhi chiusi. I primi mesi ho vissuto a casa dei suoi genitori, come aveva fatto anche Cassano anni prima. Persone fantastiche, come De Rossi. Giocavamo a carte durante i ritiri e stavamo sempre insieme".

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