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  • Mihajlovic: 'Siamo alla fine del tunnel. Il calcio e la famiglia mi hanno tenuto in vita. Su Mancini...'

    Mihajlovic: 'Siamo alla fine del tunnel. Il calcio e la famiglia mi hanno tenuto in vita. Su Mancini...'

    • Daniele Longo, inviato
    Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, ha rilasciato una lunga intervista durante i Gazzetta Awards: "Vorrei ringraziare a tutti, alla Gazzetta. È un premio prestigioso, mi fa onore. Tutti sanno dei miei problemi, un po' di rischio c'è ma vale la pena.

    TRE MOMENTI NELLA CARRIERA DA CALCIATORE - "io ne farei quattro. Due sono d'infanzia: il pallone polacco comprato al mercato delle pulci. Noi ci trovavamo a giocare per terra, la nostra era una città in costruzione. La mia prima scarpa, gli avevo tagliato il primo tacchetto. Erano scarpe che duravano due o tre anni. Quando ho vinto la coppa campioni con la Stella Rossa. Io ero tifoso da sempre, ho avuto la fortuna di vincere anche la Coppa Intercontinentale ed entrare nella storia del calcio serbo. Lì avevo i capelli (ride guardando la foto ndr). La fortuna di giocare con il Mancio, faceva tanti gol. Molti ne ha fatti su cross mio. Lancio lungo o sul primo palo, ti ricordi Mancio?"

    DA ALLENATORE - "Ho iniziato con il Mancio. Lo devo ringraziare per avermi fatto fare il secondo dell'Inter con tutti quei grandissimi campioni, è stata una grande scuola. Ho iniziato questo lavoro grazie a lui. La soddisfazione è stata divenire c.t della mia nazionale, ti soddisfa di più. Ora lo sa anche il Mancio. Anche quando sono andato al Milan, poi sono legato alla Samp, a tutte. Con il Bologna l'anno scorso abbiamo fatto un miracolo, tutti mi vogliono bene lì e sono felice".

    MIGLIOR TIRATORE DI PUNIZIONI - Sono stato il giocatore che ha fatto più gol su punizione 11, con la Lazio. Senza contare gli assist (ride ndr). Quando tiravo i rigori non guardavo il portiere, su punizione invece si. Avevo tanti modi di calciare e per un portiere era difficile.

    SU MANCINI - "Non era capace di battere le punizioni, uno però lo ha fatto. Non c'ero io, ecco perché. Oggi mi sono arrabbiato perché facevano tutti i colpi di tacco, il Mancio li faceva sempre. Mi è venuto in mente. Quello al Parma si, ma chi ha crossato?"


    SULLA MALATTIA - "Siamo alla fine del tunnel. Ma sicuramente l'affetto della gente in tutti gli stadi mi sta aiutando. Io non faccio il piagnucolone, io affronto i problemi. I primi tre giorni sono stato male, ero da solo. Ho tirato fuori tutta la negatività e ho fatto tutto quello che dovevo fare, era l'unico modo. Petto in fuori e coraggio. Affrontare gli allenamenti mi ha aiutato, non vedevo l'ora di tornare in campo. Sono cose che mi facevano tenere in vita, soprattutto mia moglie e i miei figli. In ogni stadio vedete tutti quei striscioni, anche negli stati dove mi fischiavano, è stato emozionante. Mi sono sentito come in una grande famiglia. Puoi discutere il Mihajlovic allenatore, ma l'uomo è questo. Ho sempre detto quello che pensavo, nel bene o nel male. Volevo dare un messaggio a quelli che stanno male come me, di non vergognarsi e di lottare. Molti hanno trovato la forza, non tutti devono affrontare come sto facendo io ma non devono perdere la voglia di combattere".

    SULLA MOGLIE - "Mia moglie è l'unica persona che conosco che ha più palle di me. In questi momenti ti accorgi che la famiglia è fondamentale, l'unica cosa dove puoi trovare la forza. Quando le cose vanno bene sono tutti amici.

    SU CAIRO - "Cairo mi ha chiamato, è stato molto gentile. Si è informato per i dottori migliori e gli ospedali migliori. Poteva avere altro da fare ma ha dimostrato umanità, nonostante sia successo quello che è successo".

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