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    Milan, altri debiti e club in vendita

    La stagione del Milan continua a correre parallela tra campo e conti economici. Come si legge su Tuttosport, secondo le ultime indiscrezioni, il Fondo Elliott, che ha in pegno il club rossonero dopo il maxi-prestito da 303 milioni dello scorso marzo, potrebbe subentrare a Yonghong Li nella proprietà già a novembre. In quel caso diventerebbe presidente Paolo Scaroni che ora siede nel cda del Milan. L'ex ad dell'Eni ha smentito questa possibilità. 

    Anche Elliott si muove con la massima prudenza. L’hedge fund di Paul Singer, però, segue con attenzione l’evoluzione della situazione economica rossonera. Preoccupa in particolare la continua necessità di Yonghong Li di ricorrere a prestiti ottenuti solo grazie a interessi elevatissimi: l’ultimo al 14% per avere 7 milioni di euro da una finanziaria con sede alle Isole Cayman. Un intreccio che ha permesso di capire che la Rossoneri Sport di Hong Kong è controllata da una società delle Isole Vergini (Rossoneri Advance), paradiso fiscale che ha diversi punti di contatto con la cessione del Milan. 

    Questo ampliamento del debito viene ovviamente monitorato da chi è già creditore di Yonghong Li. A maggior ragione tenendo conto di due circostanze: i tempi non immediati di copertura dell’aumento di capitale deliberato a maggio – venerdì scorso sono arrivati 12 milioni dopo il versamento di 22 milioni a inizio luglio e sono attesi altri 10 milioni a metà novembre – e la previsione di una perdita intorno a 100 milioni al termine dell’esercizio 2017-18 (senza dimenticare il “rosso” del bilancio gennaio/giugno 2017 che sarà approvato il prossimo 13/16 novembre). 

    Uno scenario che obbliga a calibrare i tempi con un certo anticipo visto che, per le cessioni di club calcistici, viene generalmente sfruttata la finestra primavera-estate. Tempistiche che devono essere analizzate da chi avrebbe il compito di individuare un nuovo compratore del Milan, come toccherebbe a Elliott in caso di esercizio del pegno a ottobre 2018 oppure prima se le circostanze lo rendessero inevitabile. 

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