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  • Milan, peggio che col Napoli: decisivi i cambi

    Milan, peggio che col Napoli: decisivi i cambi

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Come a Napoli, anzi, peggio. Due a zero alla fine del primo tempo, 2-2 alla fine della partita, la rimonta del Lecce si sarebbe completata con un trionfo se Abisso, richiamato da Guida al Var, non avesse annullato il 3-2 di Piccoli in fondo al recupero. Nel Milan c’è qualcosa che non va. Ha fatto un primo tempo eccellente, poteva chiuderlo sul 3-0, nonostante l’infortunio dopo 8’ di Leao. Poi ha lasciato che il Lecce riprendesse la partita in mano e si è fatto infilare due volte, anzi tre, con la rete annullata. Resta una bellissima impresa dei pugliesi, impresa che ha un nome e un cognome: Roberto D’Aversa. Sono stati i cambi dell’allenatore nella ripresa a modificare, anzi, a stravolgere la partita.

    Gol, palo e assist di Nicola Sansone, entrato al 17’ del secondo tempo al posto di Strefezza; assist di Blin, entrato nello stesso minuto per Kaba; gol (annullato per un pestone, diciamo un pestoncino…) di Piccoli, in campo sempre a quel minuto per Krstovic; prestazione da applausi di Gonzalez, dall’11’ della ripresa al posto di Rafia. Al contrario, sul fronte opposto, l’ingresso di Musah a inizio secondo tempo per Calabria è stato disastroso: ha perso in area il controllo di Sansone sul primo gol pugliese e ha perso palla ancora su Sansone nel gol del 2-2.

    Il Milan ha già perso 4 punti da situazioni di vantaggio in trasferta in questo campionato: due in più rispetto a quelli persi fuori casa contando tutt'e tre le precedenti stagioni di Serie A. Non solo: ha fatto solo 2 punti nelle ultime 4 partite (2 sconfitte, 2 pareggi, 0 vittorie) di campionato: peggio hanno fatto solo Fiorentina e Verona. Mica va bene.

    VELOCITA’ LECCESE - Il problema del Milan, che sembrava risolto dopo una quindicina di minuti, era tutto nella velocità dei piccoletti del Lecce. Per effetto del medesimo 4-3-3 scelto dai due allenatori si creavano sul campo tutti duelli diretti, in questa maniera Calabria aveva qualche difficoltà contro Banda, Chukwueze (pur velocissimo) perdeva qualcosa di fronte a Dorku, Hernandez non sempre conteneva Strefezza e Okafor, entrato presto al posto di Leao, vedeva sempre le spalle di Gendrey quando il terzino attaccava. Leao si è fermato dopo 8’ quando, durante uno scatto, ha sentito tirare il muscolo della coscia: sapremo l’evoluzione nei prossimi giorni. Un quarto d’ora durante il quale il Lecce non è stato troppo pericoloso ma ha indotto il Milan a non lasciare troppi spazi.

    MA POI ECCO GIROUD - La prima occasione dei rossoneri è arrivata con un attacco di Pobega, il sostituto di Loftus-Cheek: respinta di Falcone. Era il segnale dell’ingresso in partita della squadra di Pioli passata al 28’ con un attacco micidiale a sinistra, uno di quei movimenti che l’hanno contraddistinta in questi anni: Hernandez ha scambiato con Okafor, cross dal fondo, irruzione di Giroud, Milan in vantaggio. Nell’occasione sono stati fulminati Gendrey (da Hernandez), Kaba (da Okafor) e Baschirotto (da Giroud). Già, segna sempre l’intramontabile francese: doppietta a Napoli, gol decisivo col Psg, gol a Lecce. Una garanzia.

    IL PRIMO DI REIJNDERS - Il Milan non ha smesso, ora erano i pugliesi a lasciare spazio per far scattare il contropiede dei rossoneri. Thiaw, di cui nessun giocatore del Lecce si occupava in fase di costruzione, è salito fino a metà campo, tocco verso Chukwueze, altro tocco di prima per Reijnders che è partito in campo aperto e ha battuto Falcone con un tiro passato fra le gambe del portiere. Era la prima rete italiana dell’olandese. Che tre minuti dopo avrebbe potuto fare il bis, altro contropiede micidiale: lancio da dietro, spizzata di testa di Giroud, nuova sgasata di Reijnders, botta e palo pieno.

    LA PRODEZZA DI MAIGNAN - Il Milan poteva chiuderla lì e invece ha rischiato che il Lecce riaprisse subito la partita. Colpevolmente Hernandez ha concesso spazio a Gendrey, cross sul secondo palo, conclusione dal limite dell’area piccola di Banda, prodezza di Maignan, ma prodezza clamorosa. Sarà una delle più grandi parate di questo campionato.

    UN’ALTRA PARTITA - La forza del Lecce è stata quella di non uscire mai dalla partita, anche se è giusto aggiungere che il Milan non ha sbagliato l’impatto con la gara nemmeno nella ripresa
    , costruendo due occasioni con Reijnders, fino a quel momento protagonista assoluto, e Okafor. Le sostituzioni di D’Aversa hanno dato slancio al Lecce che ha segnato sullo sviluppo di un calcio d’angolo: Banda dalla bandierina, tocco di testa di Blin (Krunic è rimasto piantato in terra) sul secondo palo per Sansone, spaccata di sinistro e gol. Musah lo aveva dimenticato come col Psg Loftus-Cheek si era dimenticato di Skriniar. Ecco, la fatica di martedì cominciava a farsi sentire. Il Lecce ci ha creduto e ha pareggiato quattro minuti dopo: palla persa da Musah in uscita su pressione di Sansone, poi Piccoli, Sansone, assist per Banda e sinistro sul palo lontano. Ora sì che il Milan barcollava. Cross di sinistro di Gendrey sul secondo palo, stacco di Sansone (che non è un gigante, ma davanti aveva Florenzi, nemmeno lui altissimo), colpo di testa, palo interno, con la palla ballonzolante lungo la linea di porta. E nemmeno qui è finita.

    Giroud ha protestato per un tocco di mano vicino all’area di Pongracic, Abisso non l’ha visto e ha ammonito il francese. Che ha continuato a protestare, probabilmente con qualche parolina di troppo e ha preso il rosso che gli farà saltare la Fiorentina. Se per caso nemmeno Leao riuscisse a recuperare, contro la sua ex squadra Pioli dovrà rifare un nuovo attacco. Subito dopo il gol di Piccoli, l’intervento del Var, la rete annullata e allora le proteste sono arrivate dalla parte del Lecce.

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