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Milan, come si fa a tenere fuori Suso? Pioli 'il normalizzatore' è un'altra delusione!

Milan, come si fa a tenere fuori Suso? Pioli 'il normalizzatore' è un'altra delusione!

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
La sofferta vittoria contro la Spal è il classico brodino per il malato, grave in questo caso. Anzi, a giudicare dal protagonista della notte di Halloween, più che di un brodino si è trattato di un “gazpacho” andaluso. Il calcio di punizione di Suso infatti, oltre a regalare 3 punti che tolgono il Milan da un’imbarazzante situazione di classifica, deve ricordare a tutti i tifosi che in una stagione così non ha senso prendersela con il singolo giocatore.

Cercare capri espiatori in campo non ha significato, valeva per Montolivo prima e vale per Suso adesso. A questo proposito non ho assolutamente approvato la scelta di Pioli di far fuori lo spagnolo “a furor di popolo”. Non sono mai stato un estimatore di Suso, mai. Ma se tutti gli allenatori che sono recentemente passati dalla panchina rossonera lo hanno imposto come titolare, un motivo ci sarà. E si è rivisto stasera. Il motivo è semplicissimo: Suso non è un fenomeno, ma gli altri sono peggio di lui.

Il primo tempo del Milan contro la Spal è stato davvero bruttino. E tutto fa pensare che senza quella magia su calcio piazzato del fischiatissimo Suso, sarebbe finita anche questa partita senza successo. Oltre al gol Suso tiene palla, prende i falli e prova a dare tranquillità a una squadra che tranquilla non è. E probabilmente non lo sarà fino a giugno. La morale è semplice: Suso non è il salvatore della patria, ma aspettiamo a rottamarlo, perché di meglio non abbiamo.

Della partita contro la Spal si salva solo il risultato, non certo la prestazione. Deludente anche contro una squadra che lotterà fino alla fine per non retrocedere. Sinceramente non ho capito e non ho condiviso la scelta di Pioli di rimettere totalmente in discussione la formazione. Il “normalizzatore” è venuto per dare tranquillità e ordine al Milan: avevo molto apprezzato la sua scelta di riproporre a Roma la stessa formazione dell’esordio con il Lecce. Pioli sembrava aver fatto in  pochi giorni ciò che non era riuscito a Giampaolo, cioè battezzare un 11 titolare e andare avanti con quello.

Nemmeno il tempo di dirlo e alla terza partita ha cambiato tutto: uomini e modulo, lanciando addirittura alcuni debuttanti assoluti come Duarte e un desaparecido come Castillejo. Fuori Leao, che era uno dei più in palla. Se anche Pioli entra nel vortice dei cambi repentini e continui di formazione, sarà sempre più difficile per questa squadra trovare delle certezze. Per il momento però prendiamoci questi 3 punti e prepariamoci ad affrontare al meglio un trittico terribile contro Lazio, Juve e Napoli. L’obiettivo è non fare zero punti.

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