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  • Milan, cosa manca per essere competitivi in Champions? Obiettivo vice Giroud

    Milan, cosa manca per essere competitivi in Champions? Obiettivo vice Giroud

    • Gabriele Stragapede
    “La mia sensazione è che stiamo costruendo un Milan attrezzato per giocare in Champions League”. Parola di Paolo Scaroni, presidente del Milan, a margine dell’evento organizzato dalla società rossonera insieme a BMW, partner ufficiale del club meneghino. Una sensazione che, allo stato attuale dei fatti, è riflessa dal mercato che sta conducendo l’ad Giorgio Furlani, insieme al nuovo direttore sportivo Antonio D’Ottavio e il capo dell’area scouting Geoffrey Moncada. Incassati i 70 milioni di parte fissa per la cessione di Sandro Tonali, i rossoneri si sono subiti mossi per riempire la casella lasciata vuota dal nuovo giocatore del Newcastle, acquistando Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea. Ma non solo. Il club di Via Aldo Rossi ha ufficializzato gli arrivi di Sportiello – nell’importante e delicato ruolo di vice Maignan – di Romero a parametro zero dalla Lazio e di Pulisic, sempre dai Blues – un affare per il quale manca solo l’ufficialità -. E quindi, è lecito chiedersi ora: cosa manca al Milan per essere realmente competitivo in Europa?

    UNA LINEA PRECISA – Alla luce della stagione appena trascorsa, il quadro è senz’altro incoraggiante per i rossoneri, il cui obiettivo, dichiarato o meno, è quello di lottare per la seconda stella e rimanere ad alti livelli in Champions. Il sorteggio – favorevole quanto complice – ha traghettato il Milan sino alla semifinale, 16 anni dopo l’ultima disputata. Migliorare non sarà semplice ma per farlo c’è la necessità di avere delle garanzie tecnico-tattiche importanti. La linea è stata dettata dallo stesso Stefano Pioli, maggiormente centrale nel mercato rossonero dopo gli addii di Maldini e Massara: sostituito Tonali e definito un esterno destro, la priorità rossonera è sondare le occasioni che regalerà il mercato per arrivare a una prima punta che possa affiancare – e far rifiatare – Olivier Giroud. Un colpo in attacco necessario e con caratteristiche precise: un giocatore consono allo stile adottato nelle ultime annate dal Milan, capace quindi di adattarsi a un gioco veloce, rapido, dinamico, proiettato verso la ricerca della profondità. E tutto ciò, possibilmente, prima che i rossoneri partano per la tournée americana, dando sempre un occhio anche al discorso sostenibilità. Indicazioni che forniscono un quadro di quali possano essere gli obiettivi per il Milan.

    I PROFILI SUL TACCUINO – Partiamo da un presupposto: per tutte queste varie motivazioni, diventa sempre più difficile perseguire la pista che porta ad Alvaro Morata (ingaggio troppo alto e valutazione della clausola rescissoria elevata). Stesso discorso per Scamacca – che ha aperto a un ritorno in Serie A, destinazione Roma – opzione percorribile solamente in caso di apertura al prestito da parte del West Ham. Piste sempre più defilate e sempre meno spendibili in ottica rossonera. Perciò, il Milan sta valutando altri profili come Taremi, che però è extracomunitario (escludereebbe, quindi, Chukwueze ad esempio) e ha un costo del cartellino superiore ai 20 milioni di euro. Ma rimangono vive sia le piste che portano a Emegha, olandese classe 2003 dello Sturm Graz, e Okafor svizzero classe 2000 del Salisburgo ed Ekitike del PSG, oltre a quella di Balogun - centravanti dell'Arsenal, di ritorno dal prestito dal Reims - su cui pesa, però, una valutazione importante pari a 40 milioni. Idee più o meno concrete, che non possono più essere lasciate soltanto sullo sfondo ma sulle quali è necessario concretizzare nel più breve tempo possibile, in modo tale da regalare una squadra completa a Pioli, in vista del ritiro estivo in preparazione alla prossima stagione. Prima però, servirà piazzare in uscita Divock Origi, che, almeno al momento, non ha mercato e che per ingaggio occupa un grande slot per il bilancio del club. Poi, il Milan dovrà affondare definitivamente per il prossimo numero 9 di Via Aldo Rossi.

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