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  • Milan-Inter, quando il derby fa sognare tutti

    Milan-Inter, quando il derby fa sognare tutti

     

    Un derby così da vicino non l'avevo mai visto. Mi sono sentito parte integrante dello spettacolo dal primo all'ultimo minuto. Peccato per il risultato finale ma alla fine, comunque, ne è valsa la pena.
     
    Non ce l'ho fatta. La tensione a casa era troppo alta così come l'eccitazione e ho deciso di recarmi allo stadio con largo anticipo per vivermi intensamente anche tutto il prepartita. La tensione - positiva a dispetto dei tanti fatti che circondano il mondo del calcio - era papabile in tutte e due le tifoserie. Ho notato un po' troppa sicurezza tra le sciarpe rossonere. Una convinzione di superiorità che il campo ha più volte dimostrato ma che in un derby, si sa per esperienza, viene annullata di colpo. Negli occhi degli interisti invece un po' di sano realismo. "Sarà dura, ma non impossibile" la frase che circolava con più insistenza. E infatti. Una volta ritirato il biglietto di Indesit, ho deciso di entrare allo stadio nonostante mancasse una vita al fischio d'inizio. Il gigante era lì, mansueto, grigio, tranquillo. Un'oretta più tardi sarebbe stata una bolgia. E non vedevo l'ora.
     
    I giornalisti più famosi erano lì a pochi metri da me. Si preparavano, cercavano notizie, ridevano e scherzavano nascondendo un'emozione unica nonostante l'avessero provata altre diverse volte. Il gelo di San Siro mi costringeva a muovermi in continuazione ma sono state le prime scaramucce a riportarmi di schianto nel clima derby. Da una parte la Curva Sud infreddolita ma carica, dall'altra la Curva Nord già con la coreografia posata sui seggiolini. Uno spettacolo ancora prima che fosse messo in scena il consueto gioco di disegni e colori al fischio d'inizio. Passa il tempo ma non me ne accorgo. Lo stadio si riempie, i cori aumentano, la musica dell'impianto audio stordisce fino alla canzone con la C maiuscola. "Sweet child o' mine" risuona all'interno dello stadio, scende in campo il Milan per l'allenamento, lo stadio si anima. Il derby è iniziato, di fatto.
     
    Mi reco al mio posto per scattare qualche foto e starmene comodamente seduto in attesa del fischio d'inizio e per ammirare la coreografia rossonera. Di quella dell'Inter poco mi importa. Eccola, maestosa, ma deludente. Lo percepisco anche nei discorsi dei miei vicini. "Cos'è sta roba?" esclama un ragazzo accanto a me. Che cuore anche lui, 500 km solo di andata per vedere il Milan. Che cuore. Poi inizia la partita. C'è qualcosa di strano però. La squadra non è carica, il pubblico è un po' freddo anche ma non solo per il -3 ambientale. Intorno a me milanisti e interisti si mescolano con correttezza. Qualche sfottò, qualche parolone appositamente pronunciato con un tono di voce più alto per farsi sentire. Ma c'è correttezza, in tribuna come in campo. La partita scorre via leggera. Segna l'Inter, ma il gol è annullato. Gioisco ma con timore. E infatti al 9' della ripresa ci pensa Milito a regalare il gol vittoria ai nerazzurri. Esulta proprio sotto di noi, a pochi metri. Si batte il pugno sul cuore ma io rattristato e un po' arrabbiato non ci faccio caso. Il derby visto così da vicino è un'emozione unica, lo ripeto. E' spettacolare ma se vedi il gol dei tuoi 'nemici' così da vicino potrebbe essere devastante. E' stata un'esperienza davvero unica però. Spero di ripeterla magari con un risultato diverso. Un sogno. Peccato solo non potersi svegliare e vedere che in realtà il risultato finale è stato un altro.
     

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