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  • Milan, Jacobone a CM: 'Non Evoluti pronti alla protesta, Thiago non si tocca'

    Milan, Jacobone a CM: 'Non Evoluti pronti alla protesta, Thiago non si tocca'

    • MaGu

     

    Non Evoluti atto secondo. Nell'estate del 2010 Alessandro Jacobone, giovane milanese dal cuore rossonero, riunì un nutrito gruppo di tifosi del Milan sotto il brand Milanisti Non Evoluti. L'obiettivo era far fronte comune contro la politica societaria del club: immobile sul mercato e poco proiettata al futuro.
     
    L'arrivo di Ibrahimovic e Robinho nell'ultimo giorno di quella sessione di mercato, con poi la conquista dello Scudetto, aveva spento un po' le proteste, nate dalla cessione di Kakà nella stagione precedente e dagli anni di insuccessi del dopo 2007. 
     
    Ma ora, con Thiago Silva vicino all'addio e Ibra con il mal di pancia, Jacobone, in esclusiva a Calciomercato.com, torna a punzecchiare la nomenclatura di Via Turati.
     
    "Non siamo arrabbiati solo per la possibile cessione di Thiago o per la mancanza di fondi sul mercato, quello che ci fa restare attoniti è la totale assenza di un progetto. Non si investe sui giovani, non c'è una strategia di mercato. Prendiamo Merkel: è stato sbolognato per 2,5 milioni. Eppure era un nostro giovane, avessimo dovuto comprarlo ci avrebbero chiesto almeno 8 milioni".
     
    Torniamo un attimo su Thiago Silva: giusto cederlo?
    "Certo che no. Doveva essere il capitano del futuro, ci hanno raccontato per mesi. E ora lo si vende? Che presa in giro. Sarebbe il terzo tradimento della società dopo Shevchenko e Kakà. Il Milan ha bisogno di questi giocatori simbolo. E invece guardiamo come è stato trattato Maldini. Non si vince scrivendo sulla maglia 'Club più titolato al mondo' e le maglie che si vendono ai bambini sono ancora quelle di Kakà".
     
    Nel 2010 la protesta arrivò davanti ai cancelli di Milanello nel giorno del raduno. Stavolta?
    "Stavolta scegliamo una protesta più silenziosa, ma forse più efficace. Noi siamo milanisti veri, ma non siamo stupidi e non possiamo starcene con le mani in mano mentre portano il nostro Milan sempre più in basso. Già lo stadio è semivuoto, ora per davvero farci sentire dal club non possiamo far altro che sabotare gli sponsor: non compriamo le marche che fanno da partner ai rossoneri. Una protesta pacifica, ma seria".
     
    Sperate che Berlusconi venda la società?
    "Non ci illudiamo: compratori italiani non ce ne sono e all'estero il nostro calcio, tra scandali e stadi vuoti, vale 0. Nessun emiro poi vorrà prendere quote minoritarie del Milan, metterci i soldi e lasciare al Cavaliere gli scatti fotografici accanto alle coppe. Berlusconi è infine troppo orgoglioso per farsi da parte. Ha portato il Milan ai vertici del mondo, vero. Ma ci ha anche guadagnato enormemente in immagine, sino a diventare presidente del Consiglio, anche grazie alla nostra squadra. Sarebbe ora che si facesse da parte, visto che il Milan non gli serve più come prima. Ma è difficile accada, molto difficile".

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