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  • Milan, l'emergenza infortuni dura da anni: così la rimonta sul Napoli è difficile

    Milan, l'emergenza infortuni dura da anni: così la rimonta sul Napoli è difficile

    • Arturo Calcagni
    Nuovo anno, vecchi problemi. Anzi vecchissimi. Gli stop, annunciati ieri di Rebic e Ballo-Tourè, hanno riaperto un file in casa rossonera mai veramente chiuso: quello dell’infortuni. Tanti, troppi, specialmente nell’era Pioli. E così, il prossimo 4 gennaio, i Campioni d’Italia affronteranno la trasferta di Salerno con ben nove assenti. Oltre ai due già citati, ci sono pure Maignan, Florenzi, Krunic, Messias, Origi e Ibrahimovic. La parola chiave quindi, resta una: emergenza.

    MOMENTI CLOU - Non una novità per il Milan, già in questa stagione: una crisi simile i rossoneri l’hanno vissuta a cavallo delle due gare ravvicinate con il Chelsea in Champions League: anche qui 7-8 assenze in ruoli chiave. Maignan out, Theo Hernandez fuori, Calabria fuori e l’intera fascia destra dell’attacco ‘vuota’. Senza dimenticare il colosso Ibrahimovic, lungodegente. A trainare la baracca quindi i soliti noti, con conseguente stanchezza. Stanchezza che ha influito, e non poco, nei percorsi europei del Milan anche nell’ultima Europa League disputata e nella Champions 21/22 (e ovviamente, nello stesso periodo), pure in campionato. Il motivo sempre lo stesso: i troppi assenti. Impossibile dimenticare la trasferta di Manchester con lo United del marzo 2021: Pioli deve fare a meno di Romagnoli, Bennacer, Calhanoglu, Maldini, Rebic, Ibrahimovic e Mandzukic. Pochi mesi dopo, in Champions, la doppia sfida col Porto è fortemente condizionata dagli infortuni: a San Siro mancano ben sei uomini (compreso Maignan). E nell’ultima, decisiva per le dinamiche del girone col Liverpool, non cambia lo spartito: out in 8, tra i quali big come Giroud, Rebic, Calabria, Leao e Kjaer.    

    RINCORSA IN BILICO - Davanti ad un quadro del genere, affermare che serva una riflessione a Milanello è quasi un eufemismo. Dal 1° luglio 2022 inoltre, i giocatori del Milan hanno saltato la bellezza di 700 giorni di gare ufficiali. Numeri impietosi, tanto che una rimonta in Serie A sul Napoli (8 le lunghezze che separano i rossoneri dai campani), appare quasi una chimera. Mantenere un rendimento alto, con così tanti giocatori importanti ai box, è complicato. Specialmente se tra titolari e cosiddetti panchinari la ‘distanza tecnica’ appare elevata. Basti pensare alla porta e confrontare Maignan a Tatarusanu o Mirante: c’è poco da spiegare. I fatti parlano chiarissimo.
     

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