Calciomercato.com

  • Milan, l'ex Dhorasoo: 'Berlusconi rappresenta tutto ciò che combatto. Livorno? Di sinistra solo a parole...'

    Milan, l'ex Dhorasoo: 'Berlusconi rappresenta tutto ciò che combatto. Livorno? Di sinistra solo a parole...'

    In Italia ha indossato la maglia del Milan, in Francia ha vinto tutto col Lione, ora Vikash Dhorasoo è in corsa per la poltrona di sindaco di Parigi. E tutto è nato su un campetto da calcio, a Montmartre. Queste le sue parole a SportWeek: "Il sindaco del municipio locale voleva togliere tutto su richiesta di abitanti agiati che non gradivano la presenza di ragazzi di origine araba e africana che non possono permettersi altri svaghi. E temevano pure che i loro appartamenti perdessero valore. Anch'io sono un borghese, non ho problemi di soldi, ma mi è sembrato un atto a sfondo razzista che mi ha indignato. Così abbiamo raccolto undicimila firme contro le loro mille e alla fine il campetto è rimasto lì. La mia candidatura è anche il frutto di un percorso di impegno associativo di lungo corso, da padrino del club Football Gay, dell'onng Oxfam contro le disuguaglianze. Vengo da un quartiere popolare di Le Havre, ho origini indiane e conosco le discriminazioni". 

    UN RICCO DI SINISTRA - "Sono ricco, non subisco più discriminazioni perché i soldi mi hanno 'sbiancato', ma ho fatto mia la frase della scrittrice e attivista Toni Morisson che diceva 'la libertà serve a liberare qualcun altro'. Allora voglio battermi per chi sta peggio di me, per i ragazzini di origine straniera del mio quartiere che vengono marginalizzati, per i gilet gialli, per difendere il servizio pubblico che Macron vuole smantellare privatizzando tutto. Ormai per vivere a Parigi devi essere ricco. Voglio restituire Parigi a tutti i parigini". 

    IL MILAN E LA SINISTRA - "Se era un problema essere di sinistra? No, Galliani sapeva e mi lasciava tranquillo. Mi fecero solo capire che leggere la Repubblica davanti a tutti magari non era ben visto". 

    IL MILAN E LA POLITICA - "Kaladze era affascinato dal successo di Berlusconi. Sheva voleva già all'epoca fare qualcosa per il suo paese. Al Milan parlavo spesso di politica con Costacurta, persona di centrodestra ma umanista, elegante. Non va dimenticato che il calcio fu creato da aziende inglese per organizzare organigrammi: un Fabregas poteva fare il capo progetto, un Ronaldo chiudere i contratti, un Barthez difendere gli interesse dell'impresa. E poi i valori del calcio sono utili anche in politica: perseveranza, voglia di competere, capacità di decidere rapidamente, saper vincere". 

    SU BERLUSCONI - "Berlusconi rappresenta tutto ciò che combatto. Lui ha sfruttato il calcio per arricchirsi, io ho giocato a calcio per spirito collettivo. Il passaggio però simboleggia anche il mio impegno politico: mi batto per gli altri. E contrariamente a Berlusconi non mi pongo come un modello da imitare, ma sollecito i cittadini a lottare per i diritti insieme a me. La politica non deve essere l'esclusiva di pochi". 

    SUL MILAN DI ADESSO - "Mi dispiace non ci sia più Berlusconi che comunque amava il club. Il Milan orma è al passo dei tempi. Tutti i grandi club dal City al Psg appartengono a fondi che puntano solo a fare business. Ai tifosi dico: ribellatevi e tenetevi stretto San Siro". 

    SUL LIVORNO - "Nel calcio la sinistra diventa inevitabilmente la destra perché i soldi sono al centro del sistema. E infatti a Livorno ero pagato solo se giocavo. Bisogna essere di sinistra con i fatti, non a parole. Vale anche in politica". 

    SUL RAZZISMO IN ITALIA - "Complicato. Quando Kean è stato insultato a Cagliari, il suo compagno Bonucci disse che in fondo era anche un po' colpa sua perché provocava: e la gara dopo Moise è finito in panchina. Noi neri dobbiamo organizzarci e arrivare al potere per cambiare le cose. Vale pure per le donne, sottorappresentate nelle istituzioni, in primis, nel calcio. Dei 120 membri del Comitato di organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 c'è un solo nero, quando invece le medaglie le vincono soprattutto neri e maghrebini: così non va bene". 

    SCUDETTO - "Ne ho abbastanza della Juve. Anche se ho giocato al Milan, tifo Inter". 

    CONTRO IL VAR - "Il calcio sta diventando uno spettacolo puramente televisivo. Lo dimostra il Var. Pasolini diceva che il miglior poeta era il capocannoniere di Serie A, perché il gol è un momento irreversibile e magico che spezza l'organizzazione del gioco. Il Var ha distrutto anche questa magia". 

    Altre Notizie