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  • Milan, la sfida di Ibrahimovic: essere quel leader che non è mai dovuto essere

    Milan, la sfida di Ibrahimovic: essere quel leader che non è mai dovuto essere

    • Luca Fazzini
    Zlatan Ibrahimovic e un sogno che accarezza tutti. L'incerto futuro dello svedese è materia prima per quell'abbaglio che dà speranza ai tifosi italiani, specie a Milano, sponda rossonera. La decisione non dovrebbe arrivare però prima di metà dicembre: ancora un mese, dunque, per sperare, analizzare e immaginare quel che sarà o che potrebbe essere. Senza mai eslcudere il finale a sorpresa. Perchè Zlatan è così, fenomeno imprevedibile alla costante ricerca di nuove motivazioni. Analizzando la sua carriera, allora, emerge un dato interessante in merito al suo passato e quello che potrebbe essere il suo futuro.

    ESPERIENZA CERCASI - Al Milan, infatti, Ibrahimovic sarebbe simbolo della squadra e leader dello spogliatoio. Lo dice il suo carisma, ma lo dicono i numeri. In una squadra dall'età media di 25,7 anni, dove gli unici anni Ottanta sono Reina, Biglia e Bonaventura, la sua presenza sarebbe fondamentale. A Pioli, oggi, mancano elementi di leadership e personalità, uomini in grado di prendere per mano la squadra. Lo hanno confermato - in varie occasioni - anche Boban e Maldini. E per Ibra, sempre alla ricerca di nuove sfide, quella rossonera sarebbe un'avventura decisamente stimolante. Perchè sè è vero che tecnicamente è sempre stato il faro delle squadre in cui ha giocato, da un punto di vista morale non è mai dovuto essere l'unica luce dello spogliatoio.

    LEADER MAI RICHIESTO - Se escludiamo l'ultima stagione ai Galaxy, infatti, Ibra non è mai stato il calciatore più 'anziano' della squadra: Boschker ai tempi dell'Ajax, Ferrara e Pessotto in bianconero, Toldo in nerazzurro, Pinto a Barcellona, Inzaghi in rossonero, Alex e Camara al Psg, Carrick al Manchester United e Ashley Cole nella prima avventura statunitense. A loro è toccata, lungo gli anni, la palma di vecchio. A prescindere da ciò, Ibrahimovic è sempre stato circondato da calciatori d'esperienza, con i quali ha condiviso le responsabilità. Alla Juve ecco Buffon, Cannavaro, Nedved e Del Piero; all'Inter fu circondato da Julio Cesar, Cordoba, Materazzi, Samuel, Zanetti, Cambiasso e Stankovic; al Barcellona c'erano Dani Alves, Puyol, Iniesta, Xavi e Henry. E poi ancora: Nesta, Ambrosini, Gattuso, Seedorf e Inzaghi al Milan; Alex, David Luiz, Thiago Silva e Cavani al Psg, Carrick e Rooney al Manchester United. Al Milan, invece, toccherebbe (praticamente) solo a lui guidare i Theo Hernandez e i Bennacer, i Paquetà e i Leao. L'avvento calcistico è già iniziato: manca un mese alla scelta di Ibra

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